Sappia l'uomo che non c'è tramonto in Dio!

Chi rinnega se stesso per seguire Gesù non deve né temere, né vergognarsi o pensare di essere fuori dal mondo

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Nella vita è sempre bene rivestire con dignità il proprio ruolo civile o religioso, qualsiasi esso sia, senza travalicare i propri confini. A Pietro, che non capisce ancora la sofferenza a cui va incontro il Figlio dell’Uomo, Gesù dirà: “Va’ dietro a me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini”. Pietro viene duramente condotto al ruolo di discepolo che segue il suo Maestro. “Rimani con me, ma riprendi il tuo esatto posto nella sequela, quello che ti avevo assegnato quando sulle rive del mare di Galilea ti chiamai e ti dissi “Su! dietro di me”. Oggi in più occasioni si crede che lo stare con serietà nei limiti della propria dimensione pubblica e privata, risponda ad una costrizione. Non è così! È necessario però che ogni ruolo occupato segua i “vincoli di libertà” che provengono dalla sapienza del Padre, a cui attinge lo stesso Cristo per poter salvare ogni uomo. In Pietro c’è chiara la tentazione che viene dal male. Non può una mente umana, fuori dal mistero della venuta del Messia, suggerire al proprio Maestro la via da seguire e le cose da fare. Oggi, in qualsiasi campo laico o ecclesiale, viviamo nell’era dei soli maestri. Non ci sono più discepoli. Il risultato? Confusione perenne e soluzioni finali non in grado di incidere in positivo per la vera giustizia, la pace dei cuori e l’equità politica e sociale. Non si capisce che mantenendo con serietà la propria posizione, non si cadrà mai nel servilismo, ma la stessa vita individuale si arricchirà di effetti importanti e significativi. Nell’ascoltare poi la Parola non ci potrà essere un compromesso al ribasso. È difficile non farlo, ma la vera difficoltà sta nel fatto che si è cristiani solo con la bocca. C’è per questa ragione un cammino spirituale da fare. “Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua”.

Cosa significa tutto questo? L’uomo è in grado di ricevere un invito così netto e chiaro? Il teologo Mons. Costantino Di Bruno risponde: Molti in verità non sanno neanche cosa sia la croce. È semplice dire cosa è la croce. Essa è il rimanere nella volontà di Dio che ci chiede un amore universale, pieno, totale, verso tutti, sempre, in ogni situazione della nostra vita. Essa è il rinnegamento di noi stessi, l’abbassamento, l’annientamento della nostra superbia, per amare nella più grande umiltà, in ogni storia, dinanzi ad ogni uomo, senza alcuna distinzione. Gesù non amò da una croce spirituale, ideale. Amò da una croce reale, fisica, dal duro legno e dai chiodi arrugginiti che gli trafissero la carne”. Non si tratta quindi di rimanere in una filosofia salottiera, ricca di teoriche intenzioni, né tantomeno in un mondo governato da un Dio intercambiabile. È necessario governare la propria quotidianità con pensieri nuovi, vera umiltà e con piena libertà dalle ragnatele e dalle sabbie mobili costruite dall’uomo. Bisogna volare alto e non cadere nelle finte conquiste che non lasciano alcun segno nel tempo, senza cambiare la storia. Ogni grande evento rivolto all’uomo nel suo insieme, senza particolari stimoli artificiali, viene da Dio! Punta il suo sguardo, al di fuori dei limiti umani, verso l’eternità, passando comunque dalla risoluzione dei fatti reali contemporanei. Chi oggi rinnega se stesso per seguire Gesù  non deve né temere, né vergognarsi o pensare di essere fuori dal mondo, ma di rivoluzionare la sua vita, qualsiasi sia il presupposto personale. Il Signore non rottama nessuno. Ognuno si salva e partecipa alla salvezza degli altri, partendo dalla sua unica e inimitabile realtà.

Una visione universale dell’uomo che non fugge la terra, ma la comprende tutta e la redime per liberarla dal vecchiume che le sta attorno. No ad una società in cui va di moda rottamare l’altro, se scomodo, al di là delle sue qualità! Una vera stortura che si infrange sugli scogli sapienti della cristianità, che non pone limiti nella costruzione di un domani migliore. Nessun credente è così sgangherato da non poter portare la sua luce nel mondo. È l’uomo che mette limiti al suo prossimo, non certo il Creatore. Ogni individuo, se prega e segue la Parola, è capace di donare il suo valido contributo, pur con il peso delle sue angosce, dell’età avanzata o delle sue precarie condizioni sociali. Se l’uomo ci credesse travolgerebbe in positivo la storia. Nella Chiesa non ci sono rottamati e né rottamatori.  Dio chiamò, tra gli altri, Mosè a ottanta anni a guidare il suo popolo. Non c’è una solo gesto che viene dal Signore che non coinvolga ogni persona, senza alcuna distinzione e limitazione e fino all’ultimo suo respiro. È l’essere umano che rottama se stesso o considera l’altro sgangherato, pur di primeggiare e vestirsi da primo della classe. Nessuno perciò deve sentirsi tale. Sappia l’uomo che non c’è tramonto in Dio! Sulla Sua strada non ci sono sgangherati o rottamati, ma  rinnovati e arricchiti ogni giorno nel proprio ruolo, rispettosi sempre del valore e della funzione degli altri.

Chi volesse contattare l’autore può scrivere al seguente indirizzo email:  egidio.chiarella@libero.it. Per ulteriori informazioni: www.egidiochiarella.it. Per ordinare l’ultimo libro di Egidio Chiarella si può cliccare qui

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Egidio Chiarella

Egidio Chiarella, pubblicista-giornalista, ha fatto parte dell'Ufficio Legislativo e rapporti con il Parlamento del Ministero dell'Istruzione, a Roma. E’ stato docente di ruolo di Lettere presso vari istituti secondari di I e II grado a Lamezia Terme (Calabria). Dal 1999 al 2010 è stato anche Consigliere della Regione Calabria. Ha conseguito la laurea in Materie Letterarie con una tesi sulla Storia delle Tradizioni popolari presso l’Università degli Studi di Messina (Sicilia). E’ autore del romanzo "La nuova primavera dei giovani" e del saggio “Sui Sentieri del vecchio Gesù”, nato su ZENIT e base ideale per incontri e dibattiti in ambienti laici e religiosi. L'ultimo suo lavoro editoriale si intitola "Luci di verità In rete" Editrice Tau - Analisi di tweet sapienziali del teologo mons. Costantino Di Bruno. Conduce su Tele Padre Pio la rubrica culturale - religiosa "Troppa terra e poco cielo".

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