C’è un’intervista di qualche anno fa che sta riemergendo dall’oblio in queste ore, destando un po’ di sorpresa. Forse perché in pochi si sarebbero aspettati parole a difesa dei diritti del nascituro, della famiglia e contro l’eutanasia da parte di un ministro del Partito Democratico. Il ministro è la trentatreenne romana Marianna Madia, nominata da Matteo Renzi lo scorso 22 febbraio al dicastero della semplificazione e pubblica amministrazione.
La giovane Madia, madre e moglie nonché in dolce attesa di un secondo figlio, rilasciò nel 2008, anno della sua prima elezione a Palazzo Chigi, un’intervista a Il Foglio di Giuliano Ferrara, il quale aveva appena fondato un partito definito “di scopo” dal nome “Aborto? No grazie”.
A proposito di questo tema, la Madia affermò: “L’aborto è il fallimento della politica, un fallimento etico, economico, sociale e culturale”. Precisò di essere “per la libera scelta della donna”, ma si disse “certa” che “se si offrisse loro il giusto sostegno, le donne sceglierebbero tutte per la vita”.
Spiegò poi con queste parole la sua sensibilità nei confronti dell’inizio e fine vita: “Io sono cattolica praticante, e credo che la vita la dà e la toglie Dio, noi non abbiamo diritto di farlo. Certo è che anche per esperienza personale mi sono resa conto di quanto sia sottile la linea di demarcazione tra le cure a un malato terminale e l’accanimento terapeutico nei suoi confronti”.
Non esitò tuttavia a pronunciare un secco “no all’eutanasia”. “Penso – proseguì – che l’oltrepassamento di quella linea sottile vada giudicato, in certi casi, da un’équipe di medici; comunque non dal diretto interessato o dai suoi parenti”.
La Madia non si sottrasse poi a delle domande sul tema della famiglia. “Personalmente quando parlo di famiglia, e della sua relativa tutela, mi riferisco a quella che sta nella Costituzione”, il suo pensiero.
Idee chiare anche sulle unioni civili. “La libertà personale va rispettata sempre – disse la Madia -, per cui se due persone decidono di assumere pubblicamente diritti e doveri reciproci devono essere tutelate dalla legge”. Unioni che non vanno però confuse con l’istituto familiare. “Ma certo è – proseguì la giovane del Pd – che se si parla di famiglia io penso a un uomo e una donna che si sposano e fanno dei figli. Scegliendo per la vita”.
Già, la vita. Tutelarla e incentivare a generarla è l’esercizio necessario di una nazione che guarda con fiducia e coraggio verso l’avvenire. “Un Paese che non fa figli non ha futuro. La famiglia – concluse Marianna Madia – è il presupposto per questa crescita”.