"La bellezza educherà il mondo": il libro inedito di papa Francesco

Da oggi in libreria, il volume edito da EMI che raccoglie i testi sull’educazione dell’allora cardinale Bergoglio dal 2008 al 2011

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È un vero “manuale su come educare” il libro di Jorge Mario Bergoglio – papa Francesco La bellezza educherà il mondo che Editrice Missionaria Italiana manda oggi in libreria in occasione del 1° anniversario dell’elezione dell’allora cardinale di Buenos Aires al soglio pontificio (il testo è inedito in italiano).

Grazie ad un linguaggio molto colloquiale e al contempo ricco di riferimenti intellettuali (Omero, la Bibbia, la storia argentina, il sapere pedagogico…), l’autore insiste sulla necessità, tutta “laica”, di “educare alla e nella speranza”: “Educare è di per sé un atto di speranza, non solo perché si educa per costruire un futuro, scommettendo su un futuro, ma sopratutto perché l’atto stesso di educare è intriso di speranza. Cari educatori, vi auguro che l’inquietudine, immagine del desiderio che muove tutta l’esistenza dell’uomo, apra il vostro cuore e vi indirizzi verso la speranza che non tradisce”.

Bergoglio invita ogni educatore a non sopprimere il desiderio nei propri educandi con metodi educativi troppo ferrei: “La disciplina è un mezzo necessario ma non può trasformarsi in una mutilazione del desiderio. Questo è la presenza di un bene positivo e sempre si accresce, si struttura e mette in moto verso un “di più”. Il desiderio di verità procede “da incontro a incontro”; la disciplina non deve tagliare le ali all’immaginazione, alla fantasia sana o alla creatività”.

Il futuro pontefice (i testi presentati risalgono tra il 2008 e il 2011) invita chi educa a rifuggire la trappola del fondamentalismo: “Il possesso della verità di tipo fondamentalista manca di umiltà: pretende di imporsi sugli altri con un gesto che, in sé e per sé, risulta autodifensivo. La verità non la si ha, non la si possiede: la si incontra”.

Ecco dunque la pratica essenziale in ogni gesto educativo, il dialogo, che risulta esserel’opposto di ogni fondamentalismo: “I fondamentalismi sono sistemi di pensiero e di condotta assolutamente imbalsamati, che servono da rifugio. Il fondamentalismo si organizza a partire dalla rigidità di un pensiero unico. Non ammette sfumature o ripensamenti, semplicemente perché ha paura – e in concreto – ha paura della verità”.

Invece è da praticare con forza “il dialogo, che non significa relativismo, ma “logos” che si condivide, ragione che si offre nell’amore, per costruire una realtà ogni volta più liberatrice. L’ascolto attento, il silenzio rispettoso, l’empatia sincera, l’autentico metterci a disposizione dello straniero e dell’altro, sono virtù essenziali da coltivare e trasmettere nel mondo di oggi”. Il testo si avvale di una postfazione di Vittorino Andreoli, psichiatra tra i più noti in Italia.

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È possibile richiedere il pdf del testo scrivendo a stampa@emi.it

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ZENIT Staff

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