"Vergognarsi e allargare il cuore"

In un’omelia incentrata tutta sulla misericordia, il Papa a Santa Marta invita ad avere un cuore grande che non condanna, non giudica, ma perdona e dimentica

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È tornato carico Papa Francesco dagli Esercizi Spirituali della scorsa settimana ad Ariccia. Carico di misericordia. Su questo il Pontefice ha incentrato la sua omelia di stamane nella Domus Santa Marta: “Siate misericordiosi come il Padre vostro è misericordioso”, ha esordito il Santo Padre ricordando le parole di Cristo. Certo, ha subito ammesso, “non è facile capire questo atteggiamento della misericordia”; siamo infatti persone che non danno naturalmente “un po’ di spazio alla comprensione e anche alla misericordia”.

Ma ci sono due atteggiamenti che aiutano gli uomini – per natura limitati – ad essere misericordiosi: il primo, ha spiegato il Papa, è “la conoscenza di se stessi”, avere cioè la consapevolezza che “abbiamo fatto tante cose non buone: siamo peccatori”, ma che nel momento del pentimento “la giustizia di Dio … si trasforma in misericordia e perdono”.

Attenzione, ha precisato Bergoglio, bisogna avere l’umiltà di riconoscersi peccatori anche nelle piccole cose: “È vero, nessuno di noi ha ammazzato nessuno, ma tante piccole cose, tanti peccati quotidiani, di tutti i giorni… E quando uno pensa: ‘Ma che cosa, ma che cuore piccolino: ho fatto questo contro il Signore!’”. Il primo passo è dunque “vergognarsi davanti a Dio” e questa vergogna “è una grazia”, ha sottolineato il Pontefice, “la grazia di essere peccatori: Io sono peccatore e mi vergogno davanti a Te e ti chiedo perdono”.

“È semplice”, ma allo stesso tempo “tanto difficile dire: ‘Io ho peccato’”, ha osservato il Santo Padre.La tendenza, infatti, è di ‘parare i colpi’ e difenderci dal nostro peccato scaricando la colpa sugli altri. Proprio come Adamo ed Eva. Sarebbe bene, invece, ammettere: “Forse l’altro mi ha aiutato, ha facilitato la strada per farlo, ma lo ho fatto io! Se noi facciamo questo – ha detto Papa Francesco – quante cose buone ci saranno, perché saremo umili!”.

Inoltre, così facendo, si innesca un meccanismo di reciproca misericordia: più sentiamo su di noi il perdono di Dio, maggiormente riusciamo a dare amore agli altri. “Con questo atteggiamento di pentimento – ha assicurato il Papa – siamo più capaci di essere misericordiosi, perché sentiamo su di noi la misericordia di Dio”. E realizziamo le parole pronunciate nel Padre Nostro: “Perdona… come noi perdoniamo”. Quindi, ha evidenziato Bergoglio, “se io non perdono, io sono un po’ fuori gioco!”.

Ma c’è un altro atteggiamento che definisce l’essere misericordiosi, ed è “allargare il cuore”. “Un cuore piccolo ed egoista”, ha sottolineato il Santo Padre, “è incapace di misericordia”. È fondamentale, allora, “allargare il cuore” e dirsi: “Ma io sono peccatore. Ma guarda cosa ha fatto questo, quello…. Io ne ho fatte tante! Chi sono io per giudicarlo? […] Chi sono io per giudicare questo? Chi sono io per chiacchierare di questo? Chi sono io, che ho fatto le stesse cose o peggio?”.

E ancora: “L’uomo e la donna misericordiosi hanno un cuore largo, largo: sempre scusano gli altri e pensano ai loro peccati”, ha evidenziato il Pontefice, immaginando un ipotetico dialogo tra fedeli ‘colmi di misericordia’: “Ma hai visto cosa ha fatto questo? Ma io ne ho abbastanza con quello che ho fatto io e non mi immischio!”.

In fin dei conti, Cristo stesso ha lasciato questo precetto agli apostoli: “Non giudicate e non sarete giudicati! Non condannate e non sarete condannati! Perdonate e sarete perdonati! Date e vi sarà dato!”. In cambio di “questa generosità del cuore”, “una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo”, ha sottolineato il Pontefice richiamando una immagine evangelica. L’immagine, cioè, “delle persone che andavano a prendere il grano con il grembiule e allargavano il grembiule per ricevere più, più grano”.

“Se tu hai il cuore largo, grande, tu puoi ricevere di più”, ha ribadito il Santo Padre, esortando ancora una volta ad “allargare il cuore” – perché “un cuore grande non condanna, ma perdona, dimentica” – e ad essere “misericordiosi” come lo è stato Dio, che ha “dimenticato” e “perdonato” i nostri peccati.

“Questo è il cammino della misericordia che dobbiamo chiedere – ha concluso il Papa – se tutti noi, se tutti i popoli, le persone, le famiglie, i quartieri, avessimo questo atteggiamento, quanta pace ci sarebbe nel mondo, quanta pace nei nostri cuori! Perché la misericordia ci porta alla pace”. Il dono di Francesco nell’omelia a Santa Marta è quindi una domanda, accompagnata da un invito: “Chi sono io per giudicare? Vergognarsi e allargare il cuore”. 

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Salvatore Cernuzio

Crotone, Italia Laurea triennale in Scienze della comunicazione, informazione e marketing e Laurea specialistica in Editoria e Giornalismo presso l'Università LUMSA di Roma. Radio Vaticana. Roma Sette. "Ecclesia in Urbe". Ufficio Comunicazioni sociali del Vicariato di Roma. Secondo classificato nella categoria Giovani della II edizione del Premio Giuseppe De Carli per l'informazione religiosa

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