"Le mine antiuomo sono un'arma da vigliacchi!"

Il messaggio inviato dal card. Parolin, a nome di Papa Francesco, alla Conferenza di revisione della Convenzione sul divieto d’impiego delle mine antipersona, svoltasi in questi giorni in Mozambico

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Basta con la paura delle mine antipersona. Nessuno deve vivere condizionato dalla insicurezza di queste armi così “subdole”. E’ l’appello del cardinale segretario di Stato Pietro Parolin espresso nel messaggio inviato, a nome del Papa, in occasione della terza Conferenza di revisione della Convenzione sul divieto d’impiego, stoccaggio, produzione e trasferimento delle mine antipersona e sulla loro distruzione. L’evento si è svolto a Maputo, in Mozambico, dal 23 al 27 giugno scorsi.

“Il ricorso alle armi in generale, e alle mine in particolare, rappresenta una sconfitta di tutti”, scrive il porporato, e, a nome del Santo Padre, ribadisce “la solidarietà e l’affetto a tutte le persone vittime delle mine”, le quali “portano, sul loro corpo e nella loro vita, i segni di un’arma disumana, un’arma irresponsabile, un’arma da vigliacchi”.

Le mine antipersona – sottolinea infatti Parolin – “sono subdole perché prolungano la guerra e alimentano la paura anche dopo la fine dei conflitti. Aggiungono al fallimento umano provocato dalla guerra un sentimento di paura che altera la costruzione della pace”. 

L’auspicio è quindi per un più forte impegno affinché si giunga a “decisioni che s’impongono al fine di cambiare il presente” di tante famiglie, comunità, regioni e Paesi “che continuano a vivere ogni giorno nella paura delle mine, nell’insicurezza e nella povertà”. “L’ambiente che li circonda – afferma Parolin – implica una minaccia costante, mentre dovrebbe essere fonte di fertilità, di sviluppo e di gioia di vivere”.

Se veramente vogliamo “la sicurezza, la stabilità e la pace – sottolinea il cardinale – allora riduciamo i nostri stoccaggi di armi e bandiamo le armi che non hanno ragion d’essere in una società umana”. I soldi spesi per questi traffici illeciti sarebbe meglio investirli “nell’educazione, nella salute, nella salvaguardia del nostro pianeta”.

Di fronte a tale panorama, secondo il Segretario di Stato vaticano, sono da elogiare invece “Convenzioni come quella sulle mine antipersona o quella sulle munizioni a grappolo”, che – osserva – non sono “freddi quadri giuridici”, ma “rappresentano una sfida per tutti coloro che cercano di tutelare i più deboli”.  

L’auspicio del Papa espresso dal card. Parolin è, dunque, che questa Convenzione  possa essere “modello per altri processi, in particolare per le armi nucleari e per altre armi che non dovrebbero esistere”. “Papa Francesco – conclude il porporato – esorta tutti gli attori di questa splendida impresa umanitaria a preservare l’integrità della Convenzione e a metterla in atto”; al contempo invita “tutti i Paesi a impegnarsi nell’ambito della Convenzione, affinché nessun bambino debba vivere nella paura delle mine!”.

(S.C.)

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ZENIT Staff

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