I Brics avranno una loro banca di sviluppo

La decisione è stata presa dai leader dei cinque Paesi emergenti durante un vertice a Fortaleza, in Brasile. Il capitale iniziale sarà di 50 miliardi di dollari

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Una banca di sviluppo. È questo l’obiettivo verso cui aspirerà la struttura che ieri, dopo serrati negoziati a porte chiuse, hanno deciso di fondare i rappresentanti dei Brics (Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica). Lo storico accordo è stato raggiunto a Fortaleza, in Brasile. La sede sarà la città cinese di Shangai, in quanto migliore nelle infrastrutture e meta di grandi investitori, mentre il primo presidente sarà un indiano e la presidenza del consiglio sarà affidata a un brasiliano. La banca sarà amministrata pertanto in modo collegiale.

La nuova istituzione finanziaria, presentata dalla presidente del Brasile Dilma Rousseff come “uno strumento che incrementerà la sicurezza dei Brics e degli altri paesi in via di sviluppo”, dovrebbe essere operativa dal 2016. Presenti al vertice di Fortaleza il presidente russo Vladimir Putin, il cinese Xi Jinping, il sudafricano Jacob Zuma e il primo ministro indiano Narendra Modi.

La banca di sviluppo avrà un capitale iniziale di 50 miliardi di dollari – estensibile a 100 miliardi – cui comparteciperanno in modo uguale tutte le nazioni, per evitare che una abbia più potere su un’altra. Il capitale del fondo emergenza (Contingent Reserve Arrangement) ammonterà a 100 miliardi di dollari, a cui i Paesi membri potranno accedere in caso di crisi. Nell’ultimo decennio i Brics, Paesi emergenti che rappresentano il 40% della popolazione mondiale, hanno contribuito al 50% del progresso economico planetario sebbene lo scorso anno la crescita ha viaggiato su ritmi inferiori rispetto al passato.

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ZENIT Staff

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