Israele invade Gaza via terra. Ancora bambini tra le vittime

Dopo la tregua di 5 ore, l’esercito israeliano intensifica i raid. Gaza rimane al buio, intanto Netanyahu annuncia di voler colpire i tunnel che collegano la Striscia ad Israele. Hamas: “Attacco folle. Impartiremo una lezione”

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E Israele invade Gaza via terra. “Colpiremmo i tunnel che arrivano da Gaza fin dentro Israele”, ha annunciato il premier Benjamin Netanyahu, pochi minuti dopo che l’esercito aveva intensificato le sue azioni.

Alle 21.23 il governo aveva approvato l’espansione dell’operazione militare “Protective Edge”. E mentre a Gaza veniva tagliata l’elettricità, sono seguiti lanci di artiglieria in rapida successione, diversi raid aerei e colpi sparati dalla marina israeliana vero il nord della Striscia. Agli israeliani che abitano nell’area di confine è stato ordinato di restare in casa.

Fonti mediche palestinesi dichiarano che, dopo tre ore di attacchi, si contano cinque morti, tra i quali un neonato di cinque mesi. Sale così a 260 il tragico bilancio delle vittime di uno dei più sanguinosi conflitti degli ultimi decenni; i feriti – secondo gli ultimi aggiornamenti – sono 2.000.

L’invasione via terra avviene dopo ripetute offerte di “far ‘raffreddare’ la situazione” respinte da Hamas, come afferma il portavoce militare israeliano. L’obiettivo – viene precisato – “non è rovesciare il governo di Hamas”, bensì far saltare i tunnel in cui avviene il passaggio e lo stoccaggio delle armi. 

Alla notizia dell’offensiva, le Brigate Ezzedin al-Qassam, il braccio armato di Hamas, hanno replicato: “Apettavamo con ansia questa operazione di terra per impartire una lezione a Israele”; l’invasione è “folle”, aggiungono, minacciando che essa avrà “conseguenze terribili”.

Intanto nella Striscia di Gaza vengono seminate ancora morte e distruzione a causa di attacchi aerei divenuti ancora più pesanti dopo le cinque ore di tregua umanitaria proposta dall’Onu. Ieri, per la prima volta dall’inizio di “Protective Edge”, entrambe le parti avevano accettato una sospensione per consentire l’evacuazione dei feriti più gravi e l’approvvigionamento della popolazione. Il “cessate il fuoco” sembra aver retto per le ore stabilite, nonostante due ore dopo dall’inizio (alle 9 di mattina, ora locale) sia stato violato con tre colpi di mortaio sparati da Gaza sul distretto municipale di Eshkol. 

Tra le vittime si registrano ancora bambini. Non è bastata la tragica morte dei quattro ragazzini, tra i 9 e gli 11 anni, uccisi due giorni fa da un missile mentre giocavano a pallone su una spiaggia di Gaza. Un crimine così brutale per cui lo stesso presidente uscente Shimon Peres ha chiesto scusa ai palestinesi dichiarando alla BBC: “Sono profondamente dispiaciuto la morte dei bambini… è stata conseguenza di un incidente”.

Nei raid ripresi dopo la tregua hanno perso la vita tre bambini palestinesi, tutti della stessa famiglia, rimasti uccisi nel pomeriggio per tre razzi che hanno colpito un palazzo di tre piani nel centro di Gaza City, quartiere di Sabra. Lo riferisce il portavoce dei servizi di soccorso. I corpi dei piccoli – spiegano invece fonti locali – sono stati estratti a fatica dalle macerie, sotto le quali potrebbero esserci altre vittime. I bambini sono stati identificati: si tratta dei fratellini Jihad e Wassim Sheheibar, 8 e 7 anni, e del cuginetto Fulla Sheheibar, 10 anni. In serata, i bombardamenti israeliani hanno colpito pure l’ospedale Al-Wafa per le cure riabilitative di Gaza, provocando diversi feriti, tra cui infermieri e pazienti.

L’Agenzia per l’aiuto ai rifugiati palestinesi (Unrwa) ha annunciato invece di aver scoperto “per la prima volta” dei razzi nascosti in una sua scuola a Gaza, confermando l’accuse di Israele che Hamas e altri gruppi terroristici stiano usando strutture civili come depositi di armi. L’Unrwa ha quindi “informato le parti interessate” e “preso tutte le misure necessarie per la rimozione degli oggetti”, avviando pure un’inchiesta.

La situazione sembra dunque fuori controllo. Dalla comunità internazionale si moltiplicano gli appelli alla moderazione e a porre fine a questa drammatica guerra. In particolare, il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon ha rinnovato l’appello affinché si risparmino le vite dei civili, e il ministro degli Esteri italiano Federica Mogherini ha chiesto che venga applicato “immediatamente” un cessate il fuoco.

La speranza è ora nei negoziati in corso a Il Cairo, in Egitto, dove le delegazioni palestinese e israeliana sono giunte ieri in giornata. Secondo Hazem Abou Shanab, responsabile di al-Fatah, il movimento del presidente palestinese Mahmoud Abbas, “c’è qualcosa sul tavolo, ma nulla è stato finalizzato”.

(S.C.)

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ZENIT Staff

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