Il cordoglio del Santo Padre per le vittime dell'aereo malese abbattuto in est Ucraina

Francesco prega per le 298 vittime del Boeing colpito ieri da un missile. Atteso nelle prossime ore, a New York, una riunione d’emergenza del Consiglio di sicurezza Onu sul caso

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Oltre alla preoccupazione per la grave situazione in Terra Santa, nel cuore di Papa Francesco c’è anche il dolore per la sciagura dell’aereodella Malaysian Airlines nella regione orientale dell’Ucraina, segnata da forti tensioni.

La tragedia è avvenuta ieri, a oltre 10mila metri di altezza, nell’area di Donbass, a 52 chilometri dal confine russo. 298 le vittime accertate finora morte per l’esplosione; la maggior parte dei passeggeri era diretta a Melbourne per il Convegno mondiale su HIV e Aids.

Appresa la notizia “con costernazione”, il Papa, in un telegramma, “eleva la sua preghiera per le numerose vittime dell’incidente e per i loro familiari, rinnovando alle parti in conflitto l’accorato appello per la pace e per un impegno a trovare soluzioni di dialogo, al fine di evitare ulteriori perdite di vite umane innocenti”.

Secondo le prime ricostruzioni, sembra che un missile abbia colpito il Boeing 777. Ciò ha provocato un immediato scambio di accuse reciproche tra Kiev, da un lato, Mosca e i separatisti filorussi dall’altro. Entrambe le parti, tuttavia, si sono rese disponibili ad aprire un corridoio umanitario e dichiarare una tregua di tre giorni che permetta alle squadre internazionali di raggiungere i resti dell’aereo. 

Intanto sul caso si terrà nelle prossime ore, a New York, una riunione d’urgenza del Consiglio di Sicurezza dell’Onu. 

Anche il Consiglio Ecumenico delle Chiese si è espresso sul disastro aereo. In particolare il pastore Olav Fykse Tveit, segretario generale del CEC, ha ricordato i circa cento membri dello staff dell’OMS periti nello schianto diretti a Melbourne per la Conferenza sull’AIDS. “Si tratta di persone che conoscevamo personalmente e con le quali abbiamo spesso lavorato. La loro morte ci colpisce profondamente”, ha sottolineato Tveit, ricordando come il CEC e l’OMS abbiano entrambi base a Ginevra. 

“Questa tragedia ne contiene un’altra al suo interno – ha aggiunto Isabel Apawo Phiri, segretario generale associato del CEC per la Diaconia e la testimonianza pubblica -. E’ triste pensare come la morte dello staff dell’OMS possa avere un impatto negativo sulla ricerca per debellare a livello globale l’AIDS e l’HIV”.

E’ “una tragedia che ci ha scosso profondamente”, ha affermato poi il pastore Tveit, inviando parole di conforto alle famiglie delle quasi 300 vittime. “Questa tragedia, avvenuta in un luogo altamente sensibile e costantemente esposto al pericolo di una terribile violenza, ci ricorda della fragilità e della sacralità della vita e del bisogno di pace della regione”. 

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ZENIT Staff

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