L’estate è un tempo di riposo in cui normalmente si rallentano o si abbandonano del tutto quelle attività che ci hanno accompagnato nel corso dell’intero anno. Il riposo spesso diventa sinonimo di ozietà e di accidia. La nostra società ci ha abituato a seguire ritmi frenetici alternati a momenti di assoluto lassismo nei tempi di vacanza.
È proficuo domandarsi qual è il senso cristiano del riposo. Questa domanda, apparentemente banale e scontata, rivela lo verità del nostro spirito. Infatti, concepire il riposo come assenza totale di impegni, come rifiuto di pensare ai vari problemi della vita, è una maniera poco rilassante di concepire la pausa estiva. Anche se gli sforzi della propria professione vengono accantonati, restano gli impegni della vita familiare. La famiglia non va mai in vacanza: essere madre e padre è un mestiere che non conosce tramonto.
Del resto Gesù, durante la sua vita terrena, non si prendeva periodi di vacanze dai suoi discepoli e nemmeno dalle persone che accorrevano a Lui per essere guarite o rincuorate.
Gli unici momenti di vero riposo per Gesù erano quelli della preghiera, dove trovava ristoro della propria anima nell’ascolto e nel dialogo con il Padre. Questo tempo che Lui dedicava alla preghiera costituiva per Gesù un attingere quella forza spirituale per essere sempre pronto al servizio del prossimo e poter così adempiere la sua missione affidatagli dal Padre.
L’esempio di Gesù è di grande insegnamento per tutti noi. Il vero riposo cristiano nasce da tre elementi; avere momenti di intimità con il Signore, offrire il servizio della carità al prossimo, vivere la speranza come compimento della promessa di Dio. L’intimità con il Padre è opera dello Spirito Santo che vuole condurre la nostra anima dall’arsura del deserto del mondo all’oasi di pace dell’orazione a Dio, perchè vuole dissetare le nostre inquietudini con la brezza della sua ispirazione e della sua consolazione. Come il corpo cerca refrigerio durante questa calura estiva, così l’anima arde trovare una brezza di consiglio divino per essere guidata nelle proprie decisioni e confermata nelle proprie intenzioni.
La relazione con Dio porta ad aprirsi verso il prossimo. Quante volte duranno l’anno non si è avuto un tempo adeguato per parlare tra moglie e marito, per raccontarsi i propri stati d’animo; quante volte non è stato possibile condividere le preoccupazioni su alcuni comportamenti dei figli, quante volte si è tralasciato di comunicare quelle vicende che hanno lasciato una ferita nelle relazioni familiari; quante volte si è persa l’occasione di ascoltare silenziosamente i figli senza stare sempre ad esasperarli con tante richieste.
L’altro senso cristiano del riposo è il servizio della carità. Normalmente si pensa che dedicare le proprie energie, spendersi totalmente per l’altro, produce stanchezze che non ripagano gli sforzi fatti. Chi ha avuto la fede e il coraggio di rimanere vicino ad un familiare malato, essere vicino ad un figlio colpito da grave discapacità motoria o psichica, sopportare con amore le inquietudini di un figlio ribelle, ha sperimentato le parole del Signore Gesù riportate dall’Apostolo Paolo: Vi è più gioia nel dare che nel ricevere (At 20, 35). In un mondo che spende tutta una vita per accumulare sempre più ricchezze, accrescere il potere lavorativo, politico e finanziaro, il Vangelo di Gesù ridimensiona queste ambizioni mondane e richiama all’umiltà della carità verso il prossimo.
Ed infine vi è l’ultimo elemento del riposo cristiano: vivere la speranza come compimento della promessa di Dio. La speranza è il motore del riposo cristiano. La stanchezza spirituale nasce spesso dalla sfiducia e della scoraggiamento che derivano dalle vicende della propria vita. La precarietà del posto di lavoro, una malattia silente che può aggravarsi con rapidità, l’inquietudine per le sorti del matrimonio di parenti o amici, sono preoccupazioni che affligono il cuore dell’uomo portando un senso di affaticamento spirituale. Confidare nella speranza di un Dio che vuole compiere la sua promessa di salvezza attraverso la nostra storia personale, dona grande pace al cuore, perchè ripone le proprie agitazioni e le proprie aspirazioni tra le braccia amorose di Dio.
Per concludere, il senso cristiano del riposo sorpassa il significato di assenza di lavoro o del rilassamento fisico e mentale. Il vero riposo è quello che abbraccia l’anima e il corpo nella relazione con Dio, nel servizio al prossimo e nella speranza della realizzazione delle promesse di Dio che vuole donare una pace che supera i travagli di questa vita. Per questo il riposo cristiano trova il suo compimento nella vita eterna, dove nutriamo la speranza di essere invitati al banchetto celeste per essere serviti (Lc 12, 37) e vivere il riposo di stare per sempre con Dio ed intercedere a favore di coloro che sono pellegrini sulla terra.