L’ingenuità è spesso la causa di molti mali del nostro tempo. Tante persone, in buona fede, sono influenzate dalle mode passeggere e si ritrovano a scherzare col fuoco. Non si rendono conto dei rischi che potrebbero nascondersi dietro situazioni apparentemente innocue.
Un esempio evidente di questa ingenuità è la partecipazione di molti genitori, bambini e giovani alla festa di Halloween.
Fino a qualche anno fa, questa ricorrenza si poteva conoscere solo attraverso qualche film o fumetto americano. Ma oggi il mondo è cambiato. L’avvento di internet e la moltiplicazione dei mass media contribuiscono facilmente alla diffusione delle mode.
E così, Halloween ha oltrepassato i confini e si è diffusa in tanti altri Paesi.
Per accorgersi del fenomeno basta guardare le vetrine delle pasticcerie e dei negozi di giocattoli. Sono invase da oggetti, costumi e pupazzi legati a questa ricorrenza.
Il simbolo di Halloween è una zucca intagliata, con occhi, naso e bocca, illuminata da una candela posta al suo interno. Nella notte tra il 31 ottobre e l’1 novembre, i bimbi americani sono soliti vestirsi da fantasmi, vampiri o piccoli mostri. Bussano alle porte delle case con un sacchetto in mano, chiedendo dolci e caramelle.
Qualcuno potrebbe dire: “Che male c’è? Perché non farlo anche noi? In fondo, Halloween è una specie di Carnevale! Un modo per divertirsi e scherzare un po’!”. Ed è proprio questa l’ingenuità: la mancanza di approfondimento che spinge tanti genitori a non comprendere i possibili rischi che si nascondono dietro certe mode.
Proviamo a riflettere sulla realtà dei fatti. Ci accorgeremo, così, che Halloween non è soltanto una specie di Carnevale, ma qualcosa di più. E’ una moda che, spesso, ha radici nella superficialità con cui si vive la fede cristiana in certe famiglie.
Tanti genitori battezzano i figli, li portano al Catechismo e fanno fare loro la prima comunione. Ma poi si dimenticano di portarli a Messa, perché dicono che la domenica hanno tanti impegni. Dopo le sfarzose feste della prima comunione, le chiese puntualmente si svuotano.
Il battesimo e la prima comunione sembrano essere diventati dei riti basati sull’apparenza, in cui ci si veste bene e si fanno grandi mangiate al ristorante con parenti ed amici. Ma pochi genitori, poi, si impegnano seriamente per accompagnare i figli in un percorso di fede.
L’ingenua partecipazione ad Halloween è uno dei frutti di questa mancanza di impegno. Invece di travestire i bambini da mostri, i genitori dovrebbero insegnare loro a pregare. Dovrebbero raccontare le affascinanti storie della vita dei Santi, in occasione della ricorrenza del primo giorno di novembre.
In quante famiglie si prega oggi? Una volta i bambini recitavano una preghierina prima di addormentarsi. Quanti, ancora, lo fanno? Forse i genitori sono troppo impegnati a travestire i figli da vampiri e non hanno tempo di educarli alla conoscenza delle nostre autentiche tradizioni.
Intorno ad Halloween si è scatenato anche un fenomeno commerciale che va a toccare i giovani e gli adolescenti: quello dei “rave” e delle feste in discoteca all’insegna del cattivo gusto. Rappresentano una vera e propria esaltazione del macabro, in cui le persone indossano costumi orribili e dissacranti, spesso anche offensivi nei confronti della religione.
In certe feste con tematiche esoteriche, oltre a ballare, c’è il rischio di incontrare “maghi” e occultisti che approfittano della ricorrenza per avvicinare i giovani alle pratiche magiche e superstiziose.
Halloween si è trasformato in un’occasione in più per fare tardi e frequentare ambienti discutibili. La moda finisce per distrarre l’attenzione dei ragazzi in un periodo dell’anno che, per tradizione, era sempre stato riservato al ricordo di tutti i santi e alla commemorazione dei defunti.
Il ricordo dei santi e dei morti viene sostituito dalla volgarità di certi costumi. I momenti di raccoglimento e di preghiera sono travolti dal volume assordante della musica da discoteca.
Ecco perché Halloween non può essere considerato semplicemente un secondo Carnevale. Dietro le zucche, i costumi e i festeggiamenti, apparentemente innocui, potrebbero nascondersi alcune insidie.
E’ necessario stimolare un maggiore senso critico nei giovani, aiutandoli a non bere passivamente i messaggi ingannevoli che vengono associati a questa festa. Si comincia per scherzo, raccogliendo l’invito di un “mago” in discoteca a farsi leggere il futuro nelle carte, e poi si rischia di diventare schiavi dell’occultismo.
Non dimentichiamo le nostre tradizioni! Non bisogna avere paura di ricordare ai ragazzi il significato del periodo dell’anno in cui ci troviamo. Sarà un’opportunità preziosa per riscoprire la ricchezza spirituale delle nostre radici cristiane.
I giovani hanno bisogno di una cultura nuova, alternativa e controcorrente, che sostituisca il rumore di certi fenomeni di massa con l’intimità e i silenzi di una fede viva, vissuta nella bellezza del proprio cammino quotidiano.