Vangelo

Lc 11,27-28 

Lettura

Ci stupisce e ci interroga l’improvviso levarsi di questa acclamazione dall’uditorio che circonda il Maestro. Che coraggio! Cosa avrà intuito nel Maestro? Siamo perciò invitati a ritornare per un momento ai versetti precedenti, nei quali abbiamo ammirato Gesù per le parole illuminanti a proposito del rapporto con il mistero del Male, e non ci lascia soli davanti ad esso. La donna dunque ha compreso e ha provato grandissima consolazione perché il Maestro è con noi, e combatte per noi, ed è Lui che dal Male ci libera. 

Meditazione

Quella donna, che resta sconosciuta e senza nome, così efficacemente ci rappresenta con il suo grido di ammirazione. Alza la voce vincendo ogni altro rumore e quindi la sua esclamazione arriva chiara a Gesù. Questo grido è anzitutto un ricordo e una celebrazione di grande freschezza della vicenda della Madre di Dio. Infatti, Gesù risponde allargando lo sguardo dei suoi ascoltatori e nostro. È meravigliosa la dilatazione che Egli fa del grido ingenuo e tutto femminile della sua ascoltatrice: così ci è dato conoscere come si è compiuto il prodigio e il mistero della nascita di Gesù; è stato anzitutto un ascolto attento e appassionato che Maria ha fatto della Parola di Dio portata dall’Angelo di Nazaret. Del resto la pienezza di “osservanza” della Parola sta nell’ultima frase di Maria nel testo dell’Annunciazione: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola» (Lc 1,38). La Parola che oggi riceviamo si amplia poi in tutta la storia umana; l’evento di Nazaret diventa il paradigma del mistero di ogni maternità. Se leggiamo il “ma” del v. 28 non come una negazione, ma come un ampliamento di significato, l’evento unico e straordinario di Nazaret descrive, rende “beata” e dunque misteriosamente salva ogni uomo e donna della terra che, per dono di Dio, ascolta, custodisce, osserva il “farsi carne” del Verbo di Dio nella persona e nella vita che è posta nel grembo di una donna. Possiamo considerare che questo dato mostra qual è uno degli aspetti privilegiati del “femminile di Dio” nella fede ebraico-cristiana, e rendiamoci portatori della stessa positività di sguardo verso “l’altra metà del cielo”, le donne! 

Preghiera

Nutri, Signore, di meraviglia e di gioia i sentimenti di adorazione, di domanda, di lode che formano la mia preghiera quotidiana. Dammi l’entusiasmo di conoscerti e di poterti parlare. 

Agire

Osserverò bene, durante la mia giornata, se vi sono occasioni per manifestare attenzione o tenerezza verso i piccoli; allo stesso modo mi rivolgerò alle donne incinta che dovessi incontrare. 

Meditazione a cura di mons.Giovanni Giudici, vescovo di Pavia, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it