Vangelo

Lc 11,47-54 

Lettura

Continuano le parole rivolte da Gesù ai dottori della legge. Oggi due ulteriori rimproveri: il primo riguarda la falsa coscienza nei confronti dei profeti uccisi dai padri. Al tempo di Gesù vengono venerati i profeti e idealizzata la loro parola, ma anche svuotata la loro testimonianza. Fuori dal tempo in cui essi parlano, è facile accogliere la loro parola. Ma quando essi operano un discernimento sul presente, allora vengono contraddetti e uccisi. Come avverrà per Gesù. 

Meditazione

L’accusa nei confronti del comportamento verso i profeti si deve cogliere proprio nella differenza, nello “strappo” tra la loro uccisione quando parlano, e la “memoria” che di loro si costruisce dopo averli uccisi. Quando ci manda i suoi profeti,la Parola Dioè detta sempre “nella storia”. Il profeta è mandato in una determinata condizione della storia, e lì deve portare la Parola del Signore. È questa immediatezza e concretezza che scomoda e infastidisce. Allora lo si rifiuta. Quando poi lo si è “sistemato” fuori dalla storia in cui egli ha parlato e agito, allora ne riconosciamo il valore. Due profeti del nostro tempo che a questo proposito vengono subito in mente sono l’On. La Pira e don Lorenzo Milani. Chi adesso ne parla male? La potenza viva della Parola proclamata e testimoniata nella storia viene sostituita da una “dottrina” fuori dalla storia, e, si dice, “non negoziabile”, mentre la Parola di Dio tiene sempre direttamente conto della storia nella quale viene detta e ascoltata. Portare via “la chiave della conoscenza” è il rifiutare o il non aiutare l’ingresso di tutti nella Parola, sostituendola con una mediazione di parole umane, che talvolta possono appiattire e deviare la Rivelazione del Signore. Invece la Parola è detta per ciascuno e per tutti, ed è donata da Dio a ciascuno e a tutti. Da ultimo Gesù dice che del rifiuto di tutti i profeti viene chiesto conto a “questa generazione”. È infatti nel tempo beato della “carne” di Gesù, la sua “generazione”, che in Gesù si raccoglie e si presenta tutta la profezia che lo ha annunciato, da Abele fino a Zaccaria, cioè dalla prima all’ultima delle profezie donate da Dio e rifiutate dagli uomini. 

Preghiera

Lascia, o Signore, che il mio spirito, inquietato da uomini o donne di Chiesa, sappia esaminare e confrontare, riflettere e chiedere luce. Non lasciare che mi impigrisca nei luoghi comuni, nei giudizi superficiali e accomodanti, ma sappia prendere la mia parte di responsabilità, dicendo “sì” quando la coscienza me lo chiede. 

Agire

Rifletterò su qualche giudizio troppo velocemente formulato, a proposito di uomini o fatti di Chiesa che, sulla distanza, hanno prodotto effetti di conversione e di novità ecclesiale o sociale. 

Meditazione a cura di mons.Giovanni Giudici, vescovo di Pavia, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it