Fra Marco Tasca lancia la proposta per un'unica università francescana

Il Ministro Generale dei Frati Minori Conventuali è intervenuto alla festa per i 50 anni dell’attuale sede del Seraphicum

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Un cinquantenario è sempre una buona occasione per riflettere sul proprio passato e per progettare il futuro. Un’operazione che diviene impegnativa e affascinante quando gli anni di storia sono tanti, quando la vocazione alla formazione culturale parte dai primordi del francescanesimo, sviluppandosi, crescendo nel tempo e arricchendosi di grandi pensatori.

Sino al passato più recente, quello che ha visto il riconoscimento e la progressiva affermazione della Pontificia Facoltà teologica “San Bonaventura” – giunta al 111° anno accademico – strettamente connessa alla comunità religiosa e al Collegio internazionale del Seraphicum dell’Ordine dei Frati minori conventuali.

La celebrazione di stamattina è stata una continua tensione tra passato e futuro, facendo dell’oggi un momento di impegno per la progettazione di questa realtà religiosa e accademica.

Ma non solo, ampliando anche lo sguardo alle altre famiglie francescane, come ha fatto il Ministro generale fra Marco Tasca che ha lanciato la proposta per un’unica Università francescana.

“Ho un sogno – ha detto fra Tasca – ed è quello che tutte le forze francescane si riuniscano in un’unica Università, al servizio della Chiesa e del mondo. Mi auguro che come Ministri generali si sappia crescere e si possa finalmente camminare in direzione di questa auspicabile realtà”.

La giornata di festa è iniziata con la solenne celebrazione eucaristica presieduta da mons. Angelo Vincenzo Zani, Segretario della Congregazione per l’educazione cattolica, alla quale hanno preso parte anche il vescovo ausiliare di Roma per il settore sud mons. Paolino Schiavon e il vescovo di Terni fra Giuseppe Piemontese, frate minore conventuale ed ex studente del Seraphicum.

Un punto di partenza per ricordare è senz’altro il volume curato da fra Francesco Costa dal titolo La Pontificia Facoltà Teologica San Bonaventura (1905-2014) nel 50° del Seraphicum (1964-2014) un testo che fra Luciano Bertazzo non ha esitato a definire come “un’attività intensa, continuativa, stratificata”, “testimonianza di una passione e di un impegno dell’Ordine nel tenere viva questa istituzione caratterizzante, a livello centrale, l’identità culturale della Famiglia conventuale”.

Quanto al futuro, i progetti si aprono a ventaglio a partire dalla necessità – rimarcata da fra Roberto Carboni – di investire in nuovi pensatori. “Non vi sarà nuovo pensiero senza nuovi pensatori. Lo sforzo che l’Ordine sta facendo, ormai da alcuni anni, è di creare un gruppo di nuovi docenti esperti in varie discipline”.

Un aspetto che va di pari passo con il consolidamento di una comunità formativa “segnata dalla multiculturalità dei suoi membri e dall’interculturalità delle relazioni, con formatori aperti alle diverse culture”.

Tra i progetti protesi in avanti c’è sicuramente quello che attiene alla sperimentazione di un nuovo metodo teologico. “In anni contrassegnati dalla frammentazione del saper anche teologico – ha spiegato il Preside fra Domenico Paoletti – la Facoltà riserva un’attenzione particolare allo studio del metodo in teologia, attraverso il varo del Progetto San Bonaventura che mira alla promozione di un legame tra vita di fede e pensiero teologico, tra preghiera e teologia, tra vita fraterna e ricerca teologica; nel formare e consolidare una comunità di frati che, interessati allo studio, imparino a fare teologia insieme, come esigenza e conseguenza della vita di fede in comunità; frati dediti con passione e competenza alla ricerca e alla docenza, e in tale impegno scoprano il loro talento, la loro vocazione di ‘uscire’ per andare come ‘animatori’ verso le periferie geografiche dell’Ordine e della Chiesa, e quelle esistenziali dell’uomo contemporaneo”.

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ZENIT Staff

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