“Ferma opposizione” dell’episcopato polacco al finanziamento delle ricerche sugli embrioni umani

Dichiarazione al termine della 336° Assemblea Plenaria

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BRUXELLES, martedì, 11 luglio 2006 (ZENIT.org).- Al termine della sua 336° Assemblea Plenaria, tenutasi a Poznań dal 23 al 25 giugno, l’episcopato polacco ha espresso la sua “ferma opposizione” al finanziamento delle ricerche sugli embrioni umani decisa dal Parlamento Europeo.

Il 15 luglio scorso, infatti, il Parlamento Europeo ha votato nella prima lettura il VII Programma Quadro di Ricerca Scientifica e di Sviluppo ed ha dato il via libera al finanziamento da parte dell’Unione Europea delle ricerche sulle cellule staminali embrionali.

“Siamo favorevoli allo sviluppo della scienza nell’Unione Europea e all’aumento dei fondi per la ricerca scientifica – hanno affermato i presuli in una dichiarazione datata 25 giugno 2006 –. Rispettiamo e sosteniamo il diritto alla libertà di ricerca, il diritto di ogni uomo alla salute e alle cure e il dovere di portare aiuto agli ammalati”.

“Siamo consapevoli che le ricerche sulle cellule staminali umane sono molto promettenti dal punto di vista conoscitivo e terapeutico. Tuttavia – avvertono – il risultato del voto del Parlamento Europeo desta in noi delle riserve molto serie di natura etica, poiché le ricerche sulle cellule staminali embrionali, intraprese dalla sollecitudine per la salute e la vita degli uni vengono compiute a prezzo dell’annientamento di altri esseri umani”.

“Queste riserve non ci permettono di tacere e perciò protestiamo con fermezza contro il finanziamento da parte dell’Unione Europea degli esperimenti che comportano la distruzione degli embrioni umani”, hanno aggiunto.

“La ricerca sulle cellule staminali viene fatta a prezzo di embrioni umani che sin dal primo istante della propria esistenza, cioè sin dal momento del concepimento, hanno diritto ad un rispetto incondizionato, dovuto moralmente all’essere umano”, hanno poi sottolineato.

Richiamandosi alla Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea che all’art. 1 sancisce l’inviolabilità della dignità della persona umana, i presuli hanno quindi affermato che “tale dignità spetta all’uomo sin dal momento del concepimento fino alla morte naturale”.

“Trattare l’embrione umano come oggetto su cui vengono compiuti degli esperimenti, e dunque la strumentalizzazione di esso, è una radicale violazione a tale dignità”.

“La decisione del Parlamento Europeo desta anche dei seri dubbi in considerazione della mancanza del rispetto per il principio di sussidiarietà, fondamentale per l’Unione Europea – hanno osservato –. L’Unione avrebbe finanziato una ricerca in contrasto con il sistema giuridico in vigore in molti Paesi membri, tra questi anche la Polonia”.

I presuli hanno poi avvertito che in virtù della decisione del Parlamento Europeo, una ricerca in contrasto con la legge di uno Stato, verrebbe finanziata dal budget dell’Unione Europea, e dunque dai contributi anche di quegli Stati ove essa risulta essere illegale.

“La proposta di una pratica di questo genere demolisce la sua compattezza, la sua soggettività e, indubbiamente, condurrà a degli inutili conflitti”, hanno aggiunto.

“Per questo motivo esprimiamo la nostra ferma opposizione di fronte a soluzioni del genere”.<br>
I Vescovi si sono quindi detti convinti che “l’Unione Europea dovrebbe concentrare le proprie iniziative su molti altri promettenti campi di ricerca, concernenti anche le cellule staminali, prelevate dai soggetti adulti”.

Nel lanciare un appello al Parlamento Europeo, l’episcopato polacco ha successivamente invitato a rivedere la propria decisione a tal proposito, perché una scelta del genere “non promuove il rispetto della dignità della persona umana e il bene comune”.

Infine, invitando il Consiglio dei Ministri e la Commissione Europea a non attuare tali misure votate dal Parlamento Europeo, i Vescovi hanno affermato che “una tale decisione errata, che non tiene in considerazione il valore fondamentale quale è la vita dell’uomo, mina la fiducia verso l’Unione Europea e verso i suoi procedimenti decisionali”.

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ZENIT Staff

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