LOS ANGELES, sabato, 1° luglio 2006 (ZENIT.org).- Mentre prosegue il dibattito sulle politiche per l’immigrazione negli Stati Uniti, si prende atto del rapido aumento della popolazione cattolica, dovuto al massiccio ingresso di immigrati. La portata di questo aumento emerge in modo evidente da uno studio reso noto il 19 giugno scorso dalla Conferenza Episcopale della California.

Si stima che per il 2025 i cattolici saranno il 36% della popolazione californiana, con un aumento di 6 punti percentuali, rispetto all’attuale 30%, secondo il rapporto dal titolo “ Planning for the Future of the California Catholic Church: A Demographic Study ”. La percentuale dei cattolici nell’intera Nazione dovrebbe attestarsi sul 23,7% entro il 2025; la crescita dei cattolici californiani è alimentata dall’aumento della presenza ispanica.

Lo scorso anno, i cattolici in California erano 11,1 milioni, rispetto alla popolazione totale di 36,6 milioni. Entro il 2025, la popolazione totale dovrebbe raggiungere i 45,9 milioni, di cui 16,7 milioni sarebbero cattolici. L’aumento di 5,6 milioni di cattolici sarebbe composto per 3,5 milioni da nuove nascite e per 2,1 milioni dall’immigrazione proveniente da altri Stati e Paesi.

“Siamo veramente benedetti per il fatto che la Chiesa cattolica in California si dimostra vibrante e in crescita, ma il nostro futuro non dovrebbe essere lasciato al caso”, ha affermato il Vescovo Stephen Blaire di Stockton, Presidente della Conferenza Episcopale della California, in un comunicato stampa del 19 giugno.

Dai dati riportati nello studio, emerge con chiarezza il lavoro che spetta alla Chiesa. Entro il 2025 saranno 4,3 milioni i nuovi cattolici battezzati, più di 3,1 milioni di bambini celebreranno la loro Prima Comunione e, in media, le parrocchie cresceranno di più di 1.800 famiglie.

Il boom dell’immigrazione ispanica in tutta la Nazione comporterà una sua triplicazione in 35 anni. Nel 1990 gli ispanici erano 22 milioni, mentre nel 2025 dovrebbero raggiungere quota 66 milioni. Il Census Bureau ha stimato che il numero totale degli americani aumenterà di 100 milioni tra il 1990 e il 2025; di questi, 44 milioni saranno dovuti all’immigrazione.

Nel 1990 le diocesi cattoliche di tutto il Paese hanno indicato la presenza di 53,6 milioni di fedeli. Questa cifra è aumentata a 65,3 milioni nel 2005 e nel 2025 potrebbe raggiungere gli 82,7 milioni, qualora la tendenza attuale si dovesse confermare. Le proiezioni contenute nello studio assumono come ipotesi prudente che il 60% degli immigrati ispanici apparterranno alla Chiesa.

La presenza raddoppia

Nel 2025 gli ispanici cattolici si attesteranno verosimilmente intorno ai 40 milioni, più del triplo rispetto ai 13 milioni del 1990. La crescita totale della popolazione cattolica degli Stati Uniti ammonterà a 29 milioni nel 2025. Praticamente l’intera crescita (26 milioni) sarà dovuta all’aumento della presenza ispanica. In proporzione, la sua quota all’interno della popolazione cattolica sarà raddoppiata, arrivando al 48% nell’arco dei 35 anni.

Dando uno sguardo al passato, lo studio ricorda che nel 1790 la popolazione cattolica, di 35.000 unità, rappresentava solo l’1,1% della popolazione totale degli Stati Uniti, che all’epoca era di 3,2 milioni. Un forte aumento si è verificato nel XIX secolo. Il numero dei cattolici è aumentato dai 195.000 – il 2,5% della popolazione totale – del 1820 ai 19,8 milioni – il 18,6% del totale – del 1920.

Contestualmente al calo dell’immigrazione, avvenuto nei successivi decenni, i cattolici si sono ridotti, in proporzione alla popolazione totale, dal 18,6% del 1920 al 15,1% del 1950. Nel 1960, poi, il baby boom del dopoguerra li ha portati a raggiungere quota 21,9% della popolazione.

Riguardo alla California, lo studio afferma che la sua popolazione è aumentata, nel periodo 1990-2005, da 29,8 milioni a 36,6 milioni, e potrebbe aumentare di altri 9,3 milioni entro il 2025.

La quota ispanica di questo aumento, nel periodo 1990-2005, ammonta a 5,4 milioni, ovvero al 79% di tutti i nuovi residenti californiani. Si tratta di un aumento che copre un quarto dell’aumento dell’intera popolazione ispanica degli Stati Uniti. Si stima che la stessa quota nel 2025 aumenterà fino a 7,6 milioni, ovvero l’81% dell’intera crescita.

Il numero dei cattolici in California, nel 2025, dovrebbe aumentare fino a 16,7 milioni, rispetto ai 7,3 milioni del 1990. Gli aderenti alla Chiesa aumenteranno, entro il 2025, di 9,4 milioni, ovvero del 129%. I cattolici dovrebbero quindi raggiungere quota 36% della popolazione di quello Stato, entro il 2025, rispetto al 24% del 1990. Entro il 2025 un americano cattolico su cinque risiederà in California.

Finora la crescita si è verificata ferme restando le strutture esistenti. La Chiesa cattolica in California ha acquisito un aumento netto di appena tre parrocchie aggiuntive tra il 1990 e il 2005. Poiché il numero dei cattolici è aumentato di 3,8 milioni per lo stesso periodo, le parrocchie sono cresciute in media da 6.854 a 10.384. Lo studio cita una ricerca che indica che la frequenza alla Messa si è stabilizzata al 33% nell’arco degli ultimi 5 anni (nel 1990 la frequenza era del 43%).

Il maggior numero dei fedeli implicherà maggiore lavoro per i sacerdoti, il cui numero è in calo. Dal 1995 al 2004 il numero dei sacerdoti diocesani attivi in California è diminuito di 202 unità. Se la tendenza verrà confermata, il loro numero potrebbe ridursi di ulteriori 158 unità tra il 2004 e il 2010.

Le implicazioni a livello parrocchiale sono state tratte dall’esempio della diocesi di San Bernardino. Una parrocchia media di tale diocesi conta oggi 12.000 membri, ovvero circa 4.600 famiglie. Se non venissero aperte altre parrocchie, una parrocchia media di San Bernardino, nel 2025, avrebbe 24.000 membri, ovvero circa 9.200 famiglie.

Le nuove generazioni

Una delle sfide riguardanti la Chiesa è assicurare che la fede cattolica sia tramandata alle nuove generazioni delle famiglie di immigrati. Un sondaggio realizzato nel 2002 dal Pew Hispanic Center ha messo in evidenza che le giovani generazioni sono maggiormente portate, rispetto ai loro genitori immigrati, ad aderire a religioni non cattoliche o all’agnosticismo, secondo il Contra Costa Times dell’8 giugno. Nel sondaggio, il 76% degli immigrati ispanici di prima generazione identifica se stesso come cattolico. Questa identificazione crolla al 59% negli immigrati di seconda generazione.

Secondo un articolo pubblicato il 30 aprile dal Washington Post, un gran numero di immigrati ispanici sta abbandonando la Chiesa cattolica per aderire ai pentecostali. La tendenza è più marcata negli immigrati di seconda e terza generazione. Trent’anni fa, circa il 90% degli ispanici negli Stati Uniti era cattolico. Oggi la percentuale si attesta attorno al 70%, secondo il Post.

L’articolo richiama poi alcune opinioni espresse dai ricercatori, secondo le quali gli ispanici sarebbero stati attratti dai pentecostali per via della loro energica attività di proselitismo e di assistenza pratica nella ricerca del lavoro e dal punto di vista economico e alimentare.

Nel tentativo di invertire la tendenza, la National Federation for Catholic Youth Ministry (NFCYM) ha svolto il suo primo “ National Encuentro for Hispanic Youth and Young Adult Ministry ”, dall’8 all’11 giugno, presso l’Università di Notre Dame.

Secondo il sito Internet dell’NFCYM, che ha sede a Washington, il tema scelto per l’incontro è stato “Weaving the Future Together” (“Costruire il futuro insieme”). Si è anche richiamata l’immagine biblica della rete da pesca, accogliendo l’invito espresso da Giovanni Paolo II nella lettera apostolica “ Novo Millennio Ineunte” di “prendere il l argo” per la pesca.

L’NFCYM ha osservato che in meno di 5 anni i giovani ispanici tra i 9 e i 28 anni, negli Stati Uniti, si attesteranno tra i 18 e i 20 milioni. Più di 2.000 delegati si sono radunati a Notre Dame per l’incontro. Con l’aumento del numero dei cattolici nei prossimi anni, sarà molto il lavoro da portare avanti.