"Evitiamo di fingere di essere santi!"

Durante l’omelia alla Casa Santa Marta, papa Francesco esorta alla conversione, intesa non solo come abbandono del peccato ma come incentivo a fare il bene

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Dio è indulgente con il peccato ma esigente con la santità e non gradisce chi la simula. Di fronte a chi fa la “finta della santità” e i peccatori pentiti, non c’è alcun dubbio che il Signore preferisce questi ultimi. Lo ha detto papa Francesco durante l’omelia di stamattina presso la Casa Santa Marta, attingendo alla prima lettura odierna (Is 1,10.16-20).

L’invito di Dio, ha ricordato il Pontefice, è: “Cessate di fare il male, imparate a fare il bene”. Un bene che si sostanzia anche in opere di misericordia quali l’assistenza agli orfani e alle vedove, agli “anziani abbandonati”, ai “bambini che non vanno a scuola”, a coloro che “non sanno fare il segno della croce”.

La conversione cristiana equivale alla rimozione della “sporcizia del cuore”, la quale però, “non si toglie come si toglie una macchia”: si tratta tanto di sottrarre, quanto di aggiungere, di “fare” qualcosa, di incamminarsi lungo “una strada diversa, un’altra strada da quella del male”, ha osservato il Papa.

Il bene si trova, cercando la “giustizia”, ha detto il Santo Padre, ricordando “che in Israele i più poveri e i più bisognosi erano gli orfani e le vedove: fate giustizia a loro, andate dove sono le piaghe dell’umanità, dove c’è tanto dolore… E così, facendo il bene, tu laverai il tuo cuore”.

La capacità di perdono del Signore, poi, è senza confini, tuttavia, “se tu vuoi essere perdonato, tu devi cominciare la strada del fare il bene”, ha puntualizzato il Pontefice.

Il Vangelo del giorno (Mt 23,1-12) si sofferma invece su quelli che “dicono le cose giuste, ma che fanno il contrario”. E noi stessi, sovente, “siamo furbi e sempre troviamo una strada che non è quella giusta, per sembrare più giusti di quello che siamo: è la strada dell’ipocrisia”.

Gli ipocriti sono quelli che “fanno finta di convertirsi, ma il loro cuore è una menzogna” e “non appartiene al Signore” ma “al padre di tutte le menzogne, a satana. E questa è la finta della santità”.

A costoro, Gesù preferisce “mille volte” i peccatori, perché sanno ammettere “la verità su loro stessi”. Egli accoglie molto più Pietro – che gli dice: “Allontanati da me Signore che sono un peccatore!” – che non il fariseo superbo che proclama: “Ti ringrazio Signore, perché non sono peccatore, perché sono giusto”.

A conclusione dell’omelia, papa Francesco ha proposto tre parole da meditare: “l’invito alla conversione, il dono che ci darà il Signore e cioè un perdono grande, un grande perdono, e la trappola, cioè fare finta di convertirsi, ma prendere la strada dell’ipocrisia”.

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Luca Marcolivio

Roma, Italia Laurea in Scienze Politiche. Diploma di Specializzazione in Giornalismo. La Provincia Pavese. Radiocor - Il Sole 24 Ore. Il Giornale di Ostia. Ostia Oggi. Ostia Città (direttore). Eur Oggi. Messa e Meditazione. Sacerdos. Destra Italiana. Corrispondenza Romana. Radici Cristiane. Agenzia Sanitaria Italiana. L'Ottimista (direttore). Santini da Collezione (Hachette). I Santini della Madonna di Lourdes (McKay). Contro Garibaldi. Quello che a scuola non vi hanno raccontato (Vallecchi).

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