Pope Francis during Mass in Santa Marta on Monday 25th of May 2015

PHOTO.VA - OSSERVATORE ROMANO

“La corruzione e l’attaccamento alla ricchezza tolgono gioia e speranza”

Durante l’omelia alla Casa Santa Marta, papa Francesco attualizza il passo evangelico del “giovane ricco”

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La ricchezza, la corruzione e il bene comune sono stati i temi al centro dell’omelia di stamattina di papa Francesco alla Casa Santa Marta. Lo spunto è stato il sempre attuale passo del “giovane ricco”, presente nel Vangelo di oggi (Mc 10,17-25): una vicenda che dimostra come l’“entusiasmo” per Cristo, possa trasformarsi in un attimo in “tristezza e chiusura in se stesso”.

Il giovane ricco è l’emblema della “gioia” e della “speranza” che svaniscono, per non aver voluto rinunciare alla propria ricchezza. “L’attaccamento alle ricchezze è l’inizio di ogni genere di corruzione”, ha commentato il Papa.

Una corruzione che è diffusa ovunque e in molte forme: “corruzione personale, corruzione negli affari, anche la piccola corruzione commerciale, di quelli che tolgono 50 etti al peso giusto, corruzione politica, corruzione nell’educazione”, ha sottolineato il Pontefice.

Coloro che vivono “attaccati al proprio potere, alle proprie ricchezze, si credono nel paradiso”, quando in realtà “non hanno orizzonte”, né “speranza”.

Vivere in questo illusorio “paradiso terrestre”, significa abitare un luogo senza “orizzonte”: uno scenario che a Bergoglio ha ricordato i benestanti da lui conosciuti in Argentina negli anni ’70, che facevano elevare recinzioni intorno alle loro ville, per difendersi dai malviventi.

“L’attaccamento alle ricchezze ci dà tristezza e ci fa sterili”, ha aggiunto il Santo Padre, puntualizzando che un conto è “amministrare bene le ricchezze” per il “bene comune”, altro è mostrare “attaccamento” alle ricchezze, rendendo il proprio cuore “corrotto e triste”.

Essere ricchi ma privi di generosità, fa sentire inizialmente “potenti come Dio”, togliendoci però “il meglio” e “la speranza”.

Il Vangelo, però, ci offre una prospettiva completamente diversa: quella dei “poveri in Spirito”, protagonisti della prima delle Beatitudini. La “povertà in Spirito” implica “spogliarsi di questo attaccamento e fare che le ricchezze che il Signore gli ha dato a lui siano per il bene comune”.

Bisogna “aprire la mano, aprire il cuore, aprire l’orizzonte”, tuttavia, se si ha “il cuore chiuso come quell’uomo che faceva i banchetti e indossava vesti lussuose, non hai orizzonti, non vedi gli altri che hanno bisogno e finirai come quell’uomo: lontano da Dio”, ha quindi concluso il Papa.         

             

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Luca Marcolivio

Roma, Italia Laurea in Scienze Politiche. Diploma di Specializzazione in Giornalismo. La Provincia Pavese. Radiocor - Il Sole 24 Ore. Il Giornale di Ostia. Ostia Oggi. Ostia Città (direttore). Eur Oggi. Messa e Meditazione. Sacerdos. Destra Italiana. Corrispondenza Romana. Radici Cristiane. Agenzia Sanitaria Italiana. L'Ottimista (direttore). Santini da Collezione (Hachette). I Santini della Madonna di Lourdes (McKay). Contro Garibaldi. Quello che a scuola non vi hanno raccontato (Vallecchi).

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