I cristiani restino agnelli, non "lupi tra i lupi"

Nella Messa a Santa Marta, Francesco parte dalla figura dei Santi Patroni d’Europa, Cirillo e Metodio, per delineare l’identità del discepolo caratterizzata sempre dalla gioia di annunciare il Vangelo

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Quale occasione migliore della festa dei Santi Patroni d’Europa, Cirillo e Metodio, per delineare l’identità del discepolo. In tre punti, Papa Francesco, oggi nella Messa a Santa Marta, ha sintetizzato gli aspetti che rendono un cristiano veramente un discepolo: essere “inviato”, annunciare il Vangelo “con gioia”, essere “agnello” e non lasciarsi tentare dal diventare lupo tra i lupi.

Il Santo Padre è partito dalla prima Lettura tratta dagli Atti degli Apostoli, in cui Cristo invia gli apostoli in tutto il mondo a proclamare il Vangelo. “Questo – ha osservato il Papa – significa che il cristiano è un discepolo del Signore che cammina, che va sempre avanti”. Non si può pensare infatti a “un cristiano fermo”: “Un cristiano che rimane fermo è ammalato”, ha detto il Papa, “ha qualche malattia in quella identità”.

La parola-chiave è allora “andare”, “camminare”. “Ecco – ha evidenziato Bergoglio – un primo atteggiamento dell’identità cristiana è camminare, e camminare anche se ci sono difficoltà, andare oltre le difficoltà”. Come accadde all’apostolo Paolo ad Antiochia di Pisidia, “dove c’era difficoltà con la comunità ebrea e allora sono andati i pagani, avanti”. Gesù, ha inoltre ricordato il Pontefice, “esorta ad andare agli incroci delle strade” e a invitare “tutti, buoni e cattivi. Anche i cattivi! Tutti”.

Il cristiano è, dunque, uno che “cammina” e “se ci sono difficoltà, va oltre, per annunziare che il Regno di Dio è vicino”. Ma il cristiano, ha rimarcato il Santo Padre, si caratterizza anche per un secondo aspetto: “È un agnello, e deve conservare questa identità”, cercando di non cadere nella tentazione di “diventare lupo”.

Il Signore ci manda infatti “come agnelli in mezzo ai lupi”, ha rammentato il Papa. E bisogna stare attenti a non accettare la proposta avanzata da “alcuni” di usare la “forza contro di loro”. Per esempio Davide – ha osservato Francesco – “quando doveva lottare contro il filisteo: volevano vestirlo con tutte le armature di Saulo e non poteva muoversi. Non era se stesso, non era l’umile, non era il semplice Davide. Alla fine, lui ha preso la fionda e ha vinto la battaglia”. 

Quindi “agnelli” e non “lupi”, senza farsi tentare dall’idea che “questi lupi sono furbi e io sarò anche più furbo di loro”, ha ribadito il Papa. E ha precisato: “Non scemo, ma agnello, con l’astuzia cristiana, ma agnello sempre. Perché se tu sei agnello, Lui ti difende. Ma se tu ti senti forte come il lupo, Lui non ti difende, ti lascia solo, e i lupi ti mangeranno crudo. Come agnello”.

Infine, ha rimarcato Bergoglio, l’identità del discepolo si fonda su un terzo aspetto che ha a che fare con lo “stile del cristiano”, ovvero “la gioia”. “I cristiani – ha affermato – sono persone che esultano perché conoscono il Signore e portano il Signore”. Quindi, “non si può camminare in cristiano senza gioia, non si può camminare come agnello senza gioia”; anche “nei problemi, anche nelle difficoltà, anche nei propri sbagli e peccati c’è la gioia di Gesù che sempre perdona e aiuta”.

Ricapitolando, allora, “il Vangelo deve andare avanti, portato da questi agnelli inviati dal Signore che cammina, con gioia”, ha detto il Papa. E ha avvertito che “non fanno un favore al Signore né alla Chiesa quei cristiani che hanno un tempo di adagio-lamentoso, che vivono sempre così, lamentandosi, di tutto, tristi… Questo non è lo stile del discepolo”. “Annunciare il Vangelo con gioia” lo è.

Anche Sant’Agostino dice ai cristiani: “Vai, vai avanti, canta e cammina!”. Perché “la troppa tristezza”, come pure “l’amarezza” – ha ammonito il Santo Padre – “ci porta a vivere un cosiddetto cristianesimo senza Cristo: la Croce svuota i cristiani che sono davanti al Sepolcro piangendo, come la Maddalena, ma senza la gioia di aver trovato il Risorto”. Per intercessione di Cirillo e Metodio, “questi due fratelli Santi, Patroni dell’Europa” – ha concluso allora il Papa – chiediamo a Dio di concederci la grazia “di vivere come cristiani che camminano come agnelli e con gioia”.

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Salvatore Cernuzio

Crotone, Italia Laurea triennale in Scienze della comunicazione, informazione e marketing e Laurea specialistica in Editoria e Giornalismo presso l'Università LUMSA di Roma. Radio Vaticana. Roma Sette. "Ecclesia in Urbe". Ufficio Comunicazioni sociali del Vicariato di Roma. Secondo classificato nella categoria Giovani della II edizione del Premio Giuseppe De Carli per l'informazione religiosa

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