Sono trascorsi dieci anni dall’efferato massacro di Beslan, cittadina dell’Ossezia del Nord. Tra l’1 e il 3 settembre del 2004 la scuola «Numero 1» della cittadina osseta fu occupata da un gruppo di fondamentalisti islamici e separatisti ceceni che sequestrarono circa 1200 persone fra adulti e bambini. Tre giorni dopo le forze speciali russe fecero irruzione. L’edificio scolastico fu quindi bagnato dal sangue di centinaia e centinaia di persone, fra cui 186 bambini. 700 restarono ferite, molte delle quali a causa del fuoco che divampò nella palestra dopo l’avvio del blitz.
Un furgone dei vigili del fuoco locali arrivò quasi due ore dopo lo scoppio dell’incendio e le poche ambulanze disponibili sul posto per trasportare le numerose vittime non riuscirono a soccorrere tutti in tempo. Molti bambini morirono infatti prima di arrivare in ospedale o sul selciato esterno alla scuola.
Una tragedia immane, dunque, di quelle che segnano per sempre la storia di una città, una regione, un paese. All’epoca del massacro padre Paolo De Carli, carmelitano, attualmente direttore dell’istituto paritario franciacortino “Madonna della Neve” di Adro, era priore del Convento carmelitano delle Lastre, a Trento. L’istituto, dopo la strage, ospitò per mesi un gruppo di circa 60 cittadini di Beslan.
La Provincia autonoma di Trento si fece inoltre promotrice dell’accoglienza di un gruppo di superstiti dando vita così all’associazione «Aiutateci a salvare i bambini Onlus» che a Beslan sviluppò un intervento pluriennale di sostegno psicologico, grazie anche al supporto scientifico di una équipe di esperti dell’Università di Padova.
Padre De Carli visse dunque in prima persona quella tragedia. E proprio alla vigilia della triste ricorrenza, il religioso ha ricevuto sabato scorso una chiamata molto particolare: “Madonna della Neve di Adro. Buongiorno”. “Buongiorno. Cerco padre Paolo De Carli, sono Papa Francesco”, è stata la risposta dall’altra parte del telefono. Sono seguiti i soliti minuti di silenzio, il timore di uno scherzo, l’emozione, poi la conversazione.
Di questa però padre Paolo – che ha fatto trapelare solo oggi la notizia, diffusa poi dal “Giornale di Brescia” – preferisce non parlarne. “Sui dettagli della telefonata – dice – permettetemi di conservare un qualche riserbo, almeno per il momento. Nessun mistero invece sull’argomento: a inizio settembre andrò a Beslan, in Ossezia del Nord, per il decennale della strage che nel 2004 costò la vita a tantissime persone, tra cui molti bambini. Al mio ritorno potrò dire di più…”.
In quell’occasione il carmelitanoporterà con sé, su mandato del Pontefice, una lettera scritta di proprio pugno dal Papa diretta ai cittadini di Beslan per commemorare la tragedia e le sue vittime. Oltre a De Carli saranno presenti per l’anniversario anche il console onorario della Federazione Russa di Bolzano, Bernhard Kiem, e il presidente «Aiutateci a salvare i bambini Onlus» Ennio Bordato.