Una famiglia numerosa appassionata della bicicletta. Il papà programmava frequenti gare.
Ognuno aveva la sua bici e quindi correva con le proprie gambe. Tranne il più piccolo, Alè, che aveva solo un anno. Lui voleva e aveva naturalmente solo la bici del papà; insomma correva con le gambe del papà.
Al termine d’ogni gara ciclistica in famiglia, il più felice era lui, Alè. Risultava sempre vittorioso …
Perfino il papà si rallegrava davanti a tutti per le gioiose vittorie di Alè; anche se non era inferiore la sua gioia nel constatare la buona volontà e l’impegno e i risultati “vittoriosi” degli altri figli che immancabilmente davano il meglio di sé.
Anche in seguito, man mano che i figli crescevano, rievocava sempre la gioia delle gare vinte dal più piccolo.
Concludeva dicendo che, in ogni competizione, la vittoria è comunque di chi – perchè piccolo – vive, respira, agisce, combatte, gareggia abbandonandosi sempre nell’onnipotenza di Dio-papà.
Ciao da p. Andrea
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