Daily meditation on the Gospel

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È venuta l’ora — Meditazione quotidiana

Meditazione della Parola di Dio di Martedì 30 Maggio 2017, della VII Settimana di Pasqua, Feria (bianco)

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Lettura
Il brano evangelico e la lettura di Atti riportano le parole rispettivamente di Gesù e di Paolo, quando «è venuta l’ora»: per Gesù di salire al Padre, e per Paolo di congedarsi dalla comunità di Èfeso. Il commiato di Gesù viene collocato dall’evangelista Giovanni nel contesto del discorso fatto nella cena pasquale, mentre il saluto di Paolo avviene a Milèto. Di qui convoca gli anziani della Chiesa di Èfeso e rivolge loro questo famoso discorso, in cui traccia le motivazioni essenziali del suo agire apostolico.
Meditazione
Entrambi i passi proposti dalla liturgia odierna sono preziosa fonte di meditazione, per suggerire lo spirito adatto per servire i fratelli. Ci soffermiamo in particolare sul testo degli Atti, perché se è vero che unico Maestro è il Signore, Paolo ci si offre come modello di credente che desidera coinvolgere altri nella sua esperienza religiosa. Emergono insegnamenti preziosi per chi accoglie la vocazione all’apostolato. Innanzi tutto, due atteggiamenti di fondo: l’umiltà e la piena disponibilità. Di sé stesso Paolo dice: «ho servito il Signore con tutta umiltà», perché sa in chi ha riposto la sua fiducia e vuole unicamente far conoscere Lui. La sua persona non si può permettere di fare ombra al Maestro, ma non per questo rinuncia a un’attività molto intensa, di cui è consapevole quando dice: «non mi sono mai tirato indietro da ciò che poteva essere utile». La piena disponibilità è l’atteggiamento che permette di esprimere un’attività molto intensa senza sconfinare nel protagonismo. Altra preoccupazione per un apostolato fecondo è quella di dare testimonianza per essere credibile, anticipando l’affermazione di Paolo VI al numero 41 dell’esortazione apostolica Evangelii Nuntiandi: «l’uomo contemporaneo ascolta più volentieri i testimoni che i maestri, o se ascolta i maestri lo fa perché sono dei testimoni». Del suo impegno nel predicare e nell’istruire, l’apostolo assicura che è stato vissuto «testimoniando a Giudei e Greci la conversione a Dio e la fede nel Signore nostro Gesù». Ciò che ha reso fecondo il lavoro apostolico è il pieno affidamento allo Spirito del Signore, che permette di lasciarsi condurre in piena libertà: «vado a Gerusalemme, senza sapere ciò che là mi accadrà». Questo spirito libero permette di non avventurarsi in una orgogliosa valutazione della propria esistenza: «Non ritengo in nessun modo preziosa la mia vita, purché conduca a termine la mia corsa e il servizio che mi fu affidato». Quel che conta è servire.
Preghiera
O Signore, che non sei più nel mondo, ma chiedi alla tua Chiesa di essere nel mondo per continuare la tua missione, continua a pregare per coloro che il Padre ti ha dato, perché veramente credano che solo in te è possibile conoscere l’unico vero Dio, che ti ha mandato.
Agire
Oggi voglio verificare l’autenticità del mio impegno cristiano, chiedendomi se veramente mi affido a quanto il Signore mi chiede.
Meditazione del giorno a cura di Mons. Francesco Guido Ravinale, Vescovo di Asti, tratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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