L’ennesimo secco ‘no’ all’intervento militare in Siria è arrivato stavolta dal patriarca di Antiochia dei greco-melchiti, Gregorios III, secondo il quale è “da sconsiderati” caldeggiare un’ipotesi del genere.

“Siamo un Paese sovrano, con un governo legittimo, a cui spetta il compito di tutelare i suoi cittadini. Se davvero si vuole mettere fine alla tragedia del popolo siriano, c'è una sola strada: basta guerre, basta armi, soldi e stratagemmi usati per attaccare la Siria”, ha dichiarato in un’intervista all’agenzia Fides, il patriarca, aggiungendo che “i gruppi che terrorizzano il nostro popolo non avrebbero avuto tanta forza senza gli aiuti e le armi arrivati loro da altre nazioni e gruppi di potere”.

Gregorios ha poi raccontato della veglia di preghiera, tenutasi lunedì scorso nella Cattedrale dell’Assunzione a Damasco, in cui le comunità locali hanno “condiviso canti e preghiere di penitenza e di pace”, confermando che “i cristiani sono i veri promotori della pace in Siria”.

La vera strada per la pace, ha ribadito il patriarca melchita, è la “preghiera”, che la Chiesa deve indicare costantemente a “tutti gli uomini di buona volontà”.

A tal proposito, Gregorios ha rammentato la giornata di preghiera e digiuno che papa Francesco convocò il 7 settembre 2013, “e le navi di guerra che erano già partite fecero marcia indietro”. La riapertura delle trattative tra i governi occidentali e Assad è, in questo momento, “la via realista da seguire, se davvero si vuole la pace”.

Il patriarca greco-melchita ha concluso, facendo “appello a Papa Francesco e a tutte le Chiese e le comunità cristiane, affinché i due miliardi di cristiani di tutto il mondo, parlando con una sola voce, si facciano promotori di una road map concreta e realista per chiedere a tutte le forze in campo di mettere da parte i propri calcoli di potere e tutte le cause che alimentano la guerra”.