È stato raggiunto l’obiettivo dichiarato della Marcia per la Vita che sabato scorso, 14 marzo, ha attraversato le strade di Madrid: “Mostrare alla società spagnola – parole di Benigno Blanco, presidente del Foro de la Familia – che c’è un’importante maggioranza non disposta a rinunciare alla difesa della vita né ad abituarsi” alla diffusione dell’aborto.
Una trentina di associazioni pro-life riunite nella piattaforma Cada vida importa (Ogni vita conta), circa 500 volontari e altre migliaia di partecipanti hanno animato il lungo corteo, baciato da un mite sole primaverile. Blanco, già membro del Partito Popolare spagnolo ed ex segretario di Stato per l’Acqua e le Infrastrutture durante i Governi di José Maria Aznar, ha affermato che i manifestanti condividono un sentimento di profonda delusione nei confronti dell’Esecutivo di Mariano Rajoy.
La mancata riforma della legge spagnola sull’aborto ha lasciato evidentemente un segno indelebile nella società. Rajoy, già durante la campagna elettorale e poi una volta eletto presidente, aveva promesso di smantellare la permissiva norma varata dal Governo Zapatero, che consente alle donne (anche minorenni) di interrompere la gravidanza senza alcun parere medico entro la 14esima settimana di gravidanza e, in caso di malformazione del feto, entro la 22esima. Proposito che tuttavia, nell’autunno scorso, fu inopinatamente accantonato.
Con lo slogan Por la vida, la mujer, y la maternidad (Per la vita, la donna e la maternità), la manifestazione si era posta l’obiettivo di “continuare” la battaglia per promuovere leggi a tutela delle donne incinte e dei nascituri, malgrado l’atteggiamento del Governo. Blanco ha avvertito che “l’ultima parola” sulla riforma della legge sull’aborto “spetta alla strada”, come a voler rimarcare il fondamentale apporto della società civile su questa materia. Lo stesso presidente del Foro de la Familia ha precisato che il suo movimento non chiede di votare per altri cartelli politici rispetto al Partito Popolare, perché questa non è la sua funzione, che consiste invece nell’invitare “tutti i partiti” a difendere la vita.
Tra i partecipanti, anche l’ex ministro dell’Interno Jaime Mayor Oreja e la sua collega del Partito Popolare nonché presidentessa della Comunità Autonoma di Madrid, Esperanza Aguirre. Quest’ultima si è rifiutata di rilasciare dichiarazioni alla stampa. Ha solo commentato a un cittadino avvicinatosi per salutarla: “Sono a difesa della vita”. Sulla sua stessa lunghezza d’onda anche Luis Carbonel, presidente della Confederazione Cattolica di Genitori e Studenti, il quale ha dichiarato che l’aborto “non potrà mai essere un diritto” e che si sente “ingannato” dall’Esecutivo.
Al termine della Marcia, prima di una serie di interventi dal palco, si è osservato un minuto di silenzio per gli oltre 100mila aborti che ogni anno si praticano in Spagna.