Anche Dio sogna e il suo sogno è essere nella gioia con il suo popolo. Lo ha detto papa Francesco durante l’omelia di stamattina alla Casa Santa Marta, partendo dalla prima lettura di oggi (Is 65,17-21), in cui Isaia annuncia che il Signore creerà “nuovi cieli e nuova terra”, ovvero rifarà “il mondo rovinato dal peccato”, mandando sulla terra Suo Figlio Gesù Cristo.
“Il Signore ha tanto entusiasmo”, ha detto il Papa, e “ha i suoi sogni su di noi”; in primo luogo Egli vuole trovarsi a camminare insieme a noi, “godere” del suo popolo.
“Per fare un esempio che ci possa aiutare – ha spiegato il Pontefice – come se una ragazza con il suo fidanzato o il ragazzo con la fidanzata (pensasse): ‘Ma quando saremo insieme, quando ci sposeremo…’. È il ‘sogno’ di Dio”.
Dio, quindi, “sogna della gioia di cui godrà con noi”, venendo a “ri-crearci”, a “fare nuovo il nostro cuore” per “fare trionfare la gioia”. Il Signore fa “tanti piani” per noi: “‘Fabbricheremo case, pianteremo vigne, mangeremo insieme’… Tutte queste illusioni che fa soltanto un innamorato… E qui il Signore si fa vedere innamorato del suo popolo”.
E il popolo non viene scelto dal Signore perché “il più forte, più grande, più potente” ma, al contrario, perché è “il più piccolo” e “il più miserabile di tutti”.
In questo modo, Dio compie una scelta d’amore, perché è “innamorato di noi”: un fatto, ha detto Francesco, che nessun teologo può spiegare. “Soltanto su questo si può pensare, sentire e piangere. Di gioia. Il Signore ci può cambiare”.</p>
Da parte nostra, noi, che siamo amati dal Signore, siamo tenuti a “credere che il Signore può cambiarmi, che Lui è potente”: un po’ come aveva creduto l’uomo che, nel Vangelo odierno (Gv 4,43-54), vede suo figlio guarito da Gesù. “Quell’uomo – ha commentato il Papa – credette alla parola che Gesù gli aveva detto e si mise in cammino. Credette che Gesù aveva il potere di cambiare il suo bambino, la salute del suo bambino. E ha vinto”.
Avere fede significa “fare spazio a questo amore di Dio, è fare spazio alla potenza, al potere di Dio ma non al potere di uno che è molto potente, al potere di uno che mi ama, che è innamorato di me e che vuole la gioia con me”, ha poi concluso il Santo Padre.