"Evangelium vitae", vent'anni

A Roma un evento per celebrare l’enciclica di san Giovanni Paolo II

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Con una veglia di preghiera nella basilica papale di Santa Maria Maggiore, a Roma, martedì 24 marzo si apriranno le celebrazioni per i vent’anni dell’Evangelium vitae, l’enciclica promulgata nella solennità dell’Annunciazione, il 25 marzo 1995, da san Giovanni Paolo II per «essere una riaffermazione precisa e ferma del valore della vita umana e della sua inviolabilità, e insieme un appassionato appello rivolto a tutti e a ciascuno, in nome di Dio».

Nella stesura, il Papa ricordava il cambio di paradigma indotto dalla modernità, istituendo un parallelo con la Rerum novarum di Leone XIII (15 maggio 1891): «Come un secolo fa a essere oppressa nei suoi fondamentali diritti era la classe operaia, e la Chiesa con grande coraggio ne prese le difese, proclamando i sacrosanti diritti della persona del lavoratore, così ora, quando un’altra categoria di persone è oppressa nel diritto fondamentale alla vita, la Chiesa sente di dover dare voce con immutato coraggio a chi non ha voce. Il suo è sempre il grido evangelico in difesa dei poveri del mondo, di quanti sono minacciati, disprezzati e oppressi nei loro diritti umani».

Nella mattinata del 25 marzo, i partecipanti saranno accolti all’udienza generale da papa Francesco, che il 20 settembre 2013, rivolgendosi alla Federazione internazionale dei medici cattolici, ricordò che «ogni bambino non nato ma condannato a essere abortito ha il volto di Gesù Cristo, il volto del Signore».

L’evento è promosso dal Pontificio consiglio per la famiglia, in collaborazione con alcune associazioni che hanno raccolto l’esortazione di san Giovanni Paolo II per una «mobilitazione generale in vista di una nuova cultura della vita». Proprio i responsabili di tali associazioni, cioè il cardinal Elio Sgreccia per Donum vitae, Carlo Casini del Movimento per la vita italiano e don Maurizio Gagliardini per Difendere la vita con Maria, hanno firmato una lettera diretta a papa Francesco in cui, nel ricordare l’anniversario, scrivono: «Ci pare un gran segno della Provvidenza che sia proprio lei, così ascoltato anche dai lontani, così attento alla voce dei poveri, di chi è senza potere, di chi non ha voce, a dire in queste circostanze una parola di incoraggiamento non solo per noi, ma per tutte le donne che sono tentate di abortire o che hanno attraversato purtroppo il dramma dell’aborto e per tutta l’umanità che ha bisogno di scoprire il significato vero della dignità umana».

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Stefano Di Battista

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