Sabato 14 e domenica 15 marzo si terrà, in tutta Italia, la XIV Giornata Nazionale dell’Unitalsi (Unione Nazionale Italiana Trasporti Ammalati a Lourdes e Santuari Internazionali). Il simbolo della Giornata – di cui è testimonial Fabrizio Frizzi – sarà una “piantina d’ulivo” che verrà proposta come impegno per la pace e la fratellanza in oltre 3.000 piazze italiane.
Il ricavato delle offerte sarà utilizzato dall’Unitalsi per sostenere i numerosi progetti di solidarietà in cui l’Associazione è impegnata quotidianamente sull’intero territorio nazionale, al servizio delle fasce più disagiate della popolazione, grazie al costante e generoso impegno dei propri soci.
“La Giornata Nazionale è l’occasione – spiega Salvatore Pagliuca, Presidente Nazionale Unitalsi – per avvicinare l’Unitalsi a quanti ancora non hanno avuto modo di conoscere questa esperienza di impegno e di fede. In questi anni, abbiamo fatto grandi sforzi per testimoniare il nostro impegno di carità, oltre la tradizionale esperienza del pellegrinaggio, che è all’origine del nostro carisma. In tutte le regioni italiane, l’Unitalsi è oggi una presenza tangibile, affidabile, credibile, gioiosa che abita e condivide le difficoltà di chi è nel bisogno. La Giornata Nazionale sarà un motivo ulteriore per uscire nelle piazze e raggiungere le periferie della fragilità e della sofferenza, sostenendo così le attività e i progetti attraverso cui educare e promuovere la sensibilizzazione verso le necessità dell’altro”.
Pellegrinaggi tematici, progetti di solidarietà in Italia e all’Estero, assistenza domiciliare agli anziani, case famiglia per le persone disabili, case accoglienza per i genitori dei bambini ricoverati nei grandi centri ospedalieri, soggiorni estivi e interventi d’emergenza sociali. Sono solo alcune delle attività attraverso le quali l’Unitalsi abita le periferie della fragilità, della sofferenza e dell’emarginazione testimoniando la sua innata vocazione alla carità. Aderendo alla giornata Nazionale sarà dunque possibile annunciare la speranza a coloro che vivono il disagio e l’abbandono.