I Legionari di Cristo si preparano al loro giubileo

Il direttore generale, padre Eduardo Robles-Gil, invita i membri del Regnum Christi a vivere questa ricorrenza con una «gioia sobria e umile»

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La Legione di Cristo con tutti i membri del Regnum Christi ha convocato un anno giubilare per festeggiare il LXXV anniversario della fondazione. Il giubileo avrà inizio nella solennità del Sacro Cuore, il 12 giugno 2015 e si concluderà nella solennità di Pentecoste del 2016. In una lettera, il Direttore generale, P. Eduardo Robles-Gil, L.C. dà alcune indicazioni per celebrarlo nel rispetto del suo significato profondo: «un tempo di gioia e di ringraziamento, un tempo per chiedere e offrire perdono», scrive.

Tutti i membri del Regnum Christi – Laici, Legionari di Cristo, Consacrate, Laici Consacrati, sacerdoti diocesani – sono invitati a festeggiare questa commemorazione «con gioia sobria e umile» e come un’occasione «per ascoltare quel che lo Spirito dice alla Chiesa e a noi all’interno di essa», come «un tempo di purificazione della memoria», per sperimentare che «dove abbondò il peccato, sovrabbondò la grazia» e come un’occasione per la riconciliazione: «nessuno si senta escluso nella nostra famiglia spirituale», esorta P. Eduardo nella sua lettera.

Il Direttore generale invita a vivere questo periodo proseguendo gli impegni e le attività quotidiane ma con uno spirito nuovo, facendo presente il Regno di Cristo nel mondo attraverso la preghiera, la comunione e il servizio agli altri. Non sono previste attività commemorative pubbliche. Si suggerisce piuttosto di ravvivare lo spirito missionario ed evangelizzatore: «Vorrei invitare tutti a partecipare alle missioni di evangelizzazione, alle catechesi parrocchiali o a quelle delle scuole», dove «annunciare in modo esplicito che il Regno di Cristo è già presente in mezzo a noi e aiutare altri a trovarlo, soprattutto attraverso la carità e l’annuncio coraggioso della Buona Novella», spiega.

L’anno giubilare sarà anche un’occasione per «la pubblicazione di scritti che aiutino a trasmettere meglio la nostra spiritualità, ad approfondire la nostra storia, la nostra identità e la nostra missione», scrive ancora e suggerisce altre iniziative generali come la predisposizione di ambiti per ritrovarsi, momenti di preghiera per ringraziare e chiedere perdono e condizioni che favoriscano veri incontri con Cristo e nei quali si sperimenti «la gioia di vivere insieme il Vangelo e di essere inviati a instaurare il Regno di Cristo».

Nella sua lettera, il Direttore generale ricorda la storia recente del Regnum Christi: «Alcuni anni fa eravamo convinti che il nostro carisma fosse parte della nuova primavera della Chiesa», scrive P. Robles-Gil e conclude: «Oggi continuiamo ad avere la stessa certezza: è il Signore che ha suscitato la nostra famiglia spirituale. Nello stesso tempo riconosciamo che nel nostro campo cresce anche la zizzania e abbiamo sperimentato la fragilità umana e il peccato. Nonostante queste debolezze, sappiamo che Cristo vive, che ci accompagna ancora oggi e che possiamo gioire oggi perché la sua bontà non finisce e la sua misericordia è eterna».

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ZENIT Staff

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