Si è svolta domenica scorsa, 8 marzo, presso Palazzo Ponziani, nel rione romano di Trastevere, una solenne celebrazione presieduta da mons. Matteo Zuppi, Vescovo Ausiliare del settore centro della diocesi di Roma, in onore di Santa Francesca Romana.
È qui che la Santa, considerata compatrona di Roma, ha abitato per almeno 30 anni, durante il suo lungo matrimonio con Lorenzo Ponziani, compiendo in questo periodo i suo più grandi segni di carità e guarendo tante persone. Il Martirologio Romano la celebra come “moglie e madre di specchiata virtù, ammirevole per pietà, umiltà e pazienza. In tempi di difficoltà, distribuì i suoi beni ai poveri, servì i malati e, alla morte del marito, si ritirò tra le oblate che ella stessa aveva riunito a Roma sotto la regola di san Benedetto”.
Al termine della Santa Messa, dopo che i numerosi fedeli presenti hanno ricevuto l’unzione con l’unguento di Santa Francesca Romana, si è avuta la lettura di brani della vita della Santa. La festa rientrava nel III ciclo di Convegni, organizzati nella Diocesi di Roma, dedicati al cammino della ricerca di Dio dei lontani, mentre il Ciclo dell’anno scorso è stato dedicato alla cura integrale dell’uomo, curare lo Spirito per avere la salute (gli atti sono stati appena pubblicati con il titolo La guarigione: un percorso spirituale).
Nella giornata di ieri, 9 marzo, in cui ricorre la memoria liturgica di Santa Francesca Romana, il monastero delle Oblate a Tor De’ Specchi, dove ella si ritirò fino al sopraggiungere della morte, è rimasto eccezionalmente aperto al pubblico, il quale ha così potuto ammirare le sue tante opere d’arte di immenso valore come gli affreschi di Antoniazzo Romano sulla vita e le opere della Santa che offrono un prezioso spaccato dell’epoca con didascalie in dialetto volgare romanesco.