La Chiesa europea ascolta la voce angosciata di chi cerca aiuto. E vuole fare di più

Concluso lo scorso 26 febbraio, a Parigi, il Forum di pastorale sociale che ha riunito Ccee, Comece, Caritas Europa, Justitia et Pax Europa, Icmc e Eza

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I responsabili di alcune organizzazioni cattoliche europee si sono riuniti a Parigi il 26 febbraio scorso, presso la sede della Conferenza Episcopale di Francia, per analizzare insieme alcune delle sfide più significative che esse si trovano ad affrontare nell’ambito della vita sociale dei diversi paesi europei.

Si tratta di Caritas Europa, la Commissione Cattolica Internazionale per le Migrazioni (ICMC), il Centro Europeo per le Questioni dei Lavoratori (EZA), la Conferenza delle Commissioni di Giustizia e Pace in Europa, che, insieme alla COMECE e al CCEE, hanno condiviso una valutazione sui molteplici bisogni dei cittadini europei.

Allo stesso tempo, i partecipanti – riferisce un comunicato – hanno constatato pure l’enorme sforzo che fa la Chiesa cattolica in Europa per rimanere accanto ai più bisognosi attraverso iniziative concrete a livello locale, nazionale, e anche internazionale. Questa constatazione è un invito ad approfondire ulteriormente lo spirito di collaborazione tra tutte le persone e organismi che prestano il proprio servizio in campo sociale per il bene altrui. La Chiesa cattolica in Europa ascolta con sollecitudine la voce, spesso angosciata, di chi cerca aiuto, convinta di essere chiamata a fare ancora di più.

Seguendo l’incoraggiante esempio di Papa Francesco, la Chiesa in Europa rinnova l’impegno di continuare ad uscire per trovare chi ne ha bisogno e di assistere e accompagnare con generosità le numerosissime persone che cercano aiuto presso le Organizzazioni cattoliche e presso le diverse comunità cristiane, attraverso le quali viene offerto ogni aiuto possibile oltre che il conforto del Vangelo.

Alcune delle sfide analizzate durante la riunione hanno riguardato la questione demografica in un’Europa in invecchiamento, spiega ancora la nota. Quindi: la crisi economica, che genera nuovi poveri e tante disuguaglianze inaccettabili; il numero crescente di migranti; le trasformazioni del multiculturalismo; il problema dell’instabilità del lavoro, e soprattutto, la provocante situazione creata dalla disoccupazione giovanile; la fragilità delle famiglie; le guerre e altre forme di violenza, tanto all’interno quanto all’esterno dell’Europa.

Tali questioni sociali, pur essendo così diverse, sono legate tra loro, e non possono essere trattate separatamente nella promozione dello sviluppo integrale della persona umana. Un sincero e rispettoso dialogo sociale, che veda tutti ugualmente impegnati, diventa un’urgenza.

Attraverso i suoi numerosi attori, la Chiesa cattolica agisce come custode di un bene che umanizza e come promotore di una civiltà dell’amore; esprime preoccupazione per l’attuale situazione e spera che quanti hanno responsabilità politiche, sociali ed economiche si sentiranno parimenti impegnati insieme all’intera società nella ricerca di soluzioni concrete alle realtà sociali difficili dei cittadini europei, per coinvolgere tutti nella promozione di un’economia che non uccide ma che sviluppa il bene comune.

Missione della Chiesa – ribadisce in conclusione il comunicato – è quella di essere come il buon Samaritano, in grado di rendersi vicina a tutti offrendo non solo un conforto momentaneo, ma soprattutto la speranza nell’amore di Dio misericordioso.

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ZENIT Staff

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