Vangelo

Lc 21,12-19

Lettura

Il brano di oggi fa parte della sezione del grande “Discorso Apocalittico”, che ci accompagnerà in questa ultima tappa dell’anno liturgico. È un linguaggio non semplice poiché è un genere letterario a noi non familiare. Ma per coloro ai quali era rivolto, era una parola comprensibile e fonte di consolazione, capace di rinvigorire la fede e la speranza in Dio, Signore del tempo e provvidente nella sua infinita misericordia. Il linguaggio apocalittico è frutto della testimonianza di fede di coloro che hanno saputo testimoniare, a dispetto delle persecuzioni, la loro fede in Dio come Padre e Signore della storia.

Meditazione

Gesù, con suoi discorsi, diventa sempre più pietra d’inciampo. Si è scontrato con i sacerdoti, con gli anziani e con gli scribi invitandoli a un rapporto nuovo con Dio, a una relazione fondata non su norme, ma sulla capacità di aprirsi e affidarsi al Padre in umiltà e purezza d’intenti. Chiede di confidare non sul numero dei fedeli, non sullo splendore dei luoghi, ma esclusivamente nella volontà di salvezza che in lui viene offerta a tutti. In questa strada che ha tracciato egli stesso e che propone ai suoi discepoli, mette in guardia però dai facili entusiasmi perché essa è in salita, conduce verso la persecuzione e la sofferenza. Ciò nonostante Cristo ci invita ad essere tranquilli: attraverso lo Spirito, non farà mancare la sua guida, la forza di rendere testimonianza e la capacità di restare fedeli. Ci invita ad avere un atteggiamento di fiducia e di disponibilità nei confronti della volontà del Padre. La sequela e la testimonianza portano a incrociare persecutori e nemici del regno, ma questo non deve essere motivo di scandalo, di stanchezza o di sconforto. La persecuzione deve essere vissuta con la forza dello Spirito come opportunità per rendere la nostra testimonianza efficace a Cristo e al suo Vangelo. Ci vengono suggerite due virtù: la mitezza e la pazienza, non però come frutto di un atto di stoica volontà, ma come dono da chiedere instancabilmente allo Spirito, che è forza, luce, sapienza, e intelligenza. La speranza a cui siamo chiamati non si fonda su chi non ha più nulla da perdere, ma è radicata su una promessa ben precisa, su un’attestazione d’amore da parte di Dio nei nostri confronti che in Gesù si rivela pienamente: «Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto».

Preghiera

Ravviva in noi, Signore, i doni del tuo Spirito, affinché possiamo essere docili alla volontà del Padre, ed essere testimoni nei momenti di tribolazione della tua salvezza. Donami la gioia di sapermi amato al di là di ogni mia aspettativa. Fa’ della mia vita un inno di lode a te gradito.

Agire

Accolgo le mortificazioni di questa giornata, e le offro come preghiera alla tua misericordia per sopperire alle mie mancanze di carità.

Meditazione a cura di don Donatello Camilli, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it