Il mio tempo libero lo passavo spesso intrattenendomi con gli ammalati e a conversare con loro.

Ricordo anche questo episodio interessante.

Da alcuni giorni era entrato in corsia un ammalato che nutriva scarsa simpatia per il mondo ecclesiastico. Quando lo accosto lo sento lamentarsi per gli eccessivi dolori che lo accompagnano notte e giorno.

Una volta m’è uscita una battuta che dapprima lo ha sconcertato, ma poi anche divertito: “Ho sentito che sei ricco; sei pieno di dollari…”. Mi guarda e, dopo una pausa di sorpresa, corregge: “Io non so che farmene dei dollari. Se li avessi li investirei. Ma ho a che fare con molti dolori. Di questi sono ricco. I dollari sono carta di valore; i miei dolori sono carta straccia.”  

Nel salutarlo ho arrischiato sorridendo: “Anche i tuoi dolori sono dollari che si possono investire…in una banca speciale.”

Il giorno seguente lo apostrofo: “Allora i dollari come vanno?.”

“A proposito – mi dice incuriosito – perché non mi indichi in quale banca investire i miei ‘dolori-dollari?’ ”

Stupito da questa inaspettata richiesta, sollecito le sue confidenze e scopro che ha passato la notte a pensare sul come valorizzare i dolori.

Subito, in un crescendo di dialogo spirituale con lui, ho potuto rassicurarlo che l’importante è offrire tutte le nostre sofferenze umane a Gesù, “l’uomo dei dolori”; Lui ha dato valore infinito ad ogni dolore, lui che sul calvario ci ha amati fino a soffrire il massimo dei dolori: la morte e l’abbandono del cielo e della terra.

Hai la sorpresa di saperti ricco, quasi tuo malgrado.

Ciao da p. Andrea

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