Il villaggio ai piedi di un castello fu svegliato dalla voce dell'araldo del castellano che leggeva un proclama nella piazza.

"Un re invita tutti i suoi sudditi a partecipare alla festa del suo compleanno. Ci sarà una piacevole sorpresa, se chi partecipa alla festa avrà la gentilezza di portare un po’ d'acqua per riempire la riserva del castello che è vuota".

L'araldo ripeté a tutti più volte il proclama. 

Nel villaggio scoppiarono i commenti più diversi: chi ci credeva, chi no. 

Il mattino della festa, si vide uno strano corteo salire al castello. Alcuni spingevano dei grossi barili; altri ansimavano portando grandi secchi colmi d'acqua. Altri, sbeffeggiando, portavano piccole caraffe o addirittura un bicchierino su un vassoio.

Ognuno vuotava il proprio recipiente nella grande vasca. Lo posava in un angolo e poi si avviava pieno di gioia verso la sala del banchetto.

Arrosti e vino, danze e canti si succedettero, finché verso sera il signore del castello ringraziò tutti con parole gentili e si ritirò nei suoi privati appartamenti.

Alla fine ciascuno, prima di ripartire, andò a riprendersi il proprio recipiente. Esclamazioni di meraviglia in alcuni e di rabbia in altri.

I recipienti, piccoli o grandi, erano stati riempiti fino all'orlo di monete d'oro!

"Ah! Se avessi portato più acqua…".

"Date e…vi sarà dato in abbondanza; una misura pigiata, scossa e traboccante".

Offri le tue miserie; saranno riempite fino all’orlo dalla immensa misericordia di Dio.

Ciao da p. Andrea

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