Sono circa sessanta i morti nell’ultima strage avvenuta in Nigeria: due attentatrici suicide si sono fatte esplodere ieri in un mercato a Maiduguri, capitale dello Stato orientale del Borno, considerato la roccaforte di Boko Haram. Il gruppo fondamentalista islamico, responsabile finora dell’uccisione e del rapimento di migliaia di persone nel paese, tuttavia non ha rivendicato l’attacco.
Secondo i testimoni, le due donne, entrambe meno che ventenni, hanno colpito l’affollato Monday Market nel cuore della città. “La prima era appostata accanto a un risciò carico di merce”, ha raccontato una fonte della sicurezza di Maiduguri. Nel veicolo era contenuto l’esplosivo che è stato fatto deflagrare intorno alle 11 del mattino, orario di massimo affollamento del mercato.
L’altra donna si è fatta esplodere invece tra i soccorritori dei feriti della prima esplosione, in modo da accrescere il numero delle vittime. Sempre secondo le fonti della sicurezza, si trattava di una diciannovenne che aveva nascosto l’ordigno sotto il suo hijab.
Quella di ieri – ricorda L’Osservatore Romano – non è stata la prima volta nella quale il Monday Market di Maiduguri è stato teatro di una strage di civili: a luglio scorso, un’esplosione attribuita a Boko Haram vi causò oltre quindici morti. Inoltre, il giorno precedente, un altro mercato a Damask, sempre del Borno, era stato assaltato dai miliziani di Boko Haram che avevano aperto il fuoco contro la folla dopo aver nascosto le armi in scatole di cartone. Subito dopo l’attacco, che aveva provocato numerose vittime, i terroristi hanno distrutto l’ospedale della città e il palazzo del governatorato locale.
Quanto accaduto ieri a Maiduguri conferma poi il crescente fenomenodelle donne kamikaze che, prima della Nigeria, si è già tristemente diffuso in altre parti del mondo: Sri Lanka, Cecenia, Palestina, Afghanistan, Iraq,Pakistan.
Il primo episodio in Nigeria si è verificato lo scorso giugno, quando un’attentatrice si era lanciata contro una base militare a Kano, metropoli settentrionale capitale dell’omonimo Stato. Da quel momento in poi, circa una decina di donne – solitamente molto giovani, a volte anche bambine – si sono fatte esplodere, facendo strage di civili, nei mercati affollati, davanti alle scuole, o contro altri bersagli individuati da Boko Haram.
Secondo fonti di intelligence, tra loro potrebbero esserci anche alcune delle 200 studentesse rapite lo scorso aprile in una scuola nei pressi di Chibook, di cui non si hanno più avuto notizie certe.