Quella nazione ebraica che crea divisioni

Padre Pizzaballa, Custode di Terra Santa, auspica che non venga approvata la legge che sancisce Israele come “Stato della Nazione ebraico” poiché ciò allontanerebbe tra loro ebrei, musulmani e cristiani

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Israele come “Stato della Nazione ebraico”. Con 15 voti a favore e 7 contrari, il governo israeliano ha approvato il progetto di legge che sancisce l’ebraicità dello Stato nato nel 1948.

La notizia viene “seguita da vicino dalle Chiese locali preoccupate per il rispetto dei diritti delle minoranze”. Ad affermarlo all’agenzia Sir è padre Pierbattista Pizzaballa, Custode di Terra Santa. “Che Israele sia Stato ebraico – spiega il Custode – non è una novità. Se la legge venisse approvata, da un punto vista tecnico cambierebbe poco. La conseguenza più diretta sarebbe, invece, un allontanamento sempre maggiore delle comunità ebraica, musulmana e cristiana, le une dalle altre e approfondirebbe il senso di sfiducia nei confronti dello Stato e della componente ebraica”.

L’approvazione delle legge in questione, dunque, corroderebbe ulteriormente i rapporti tra arabi ed ebrei poiché – aggiunge p. Pizzaballa – farebbe sentire i cittadini arabi di Israele sempre più ospiti a casa loro. Come dire che hanno diritti ma non sono uguali agli altri”. Secondo il religioso francescano “si tratta, comunque, di una legge molto discussa anche all’interno del mondo ebraico e ci sono forti pressioni per cambiarla. Questa proposta fa parte delle dinamiche cui stiamo assistendo in questo periodo segnato da grandi lacerazioni e divisioni interne ad Israele”.

“Come Chiese locali – conclude il Custode – seguiamo da vicino l’evoluzione della vicenda. Non vogliamo intervenire troppo per non suscitare polemiche di cui non si sente il bisogno, ma siamo preoccupati per i diritti delle minoranze”.

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ZENIT Staff

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