Un Sinodo diverso dagli altri, che è coinciso con “un momento di un lungo e approfondito discernimento della Chiesa come comunità in cammino”. Lo ha dichiarato il direttore della Sala Stampa Vaticana, padre Federico Lombardi, in un’intervista alla Radio Vaticana.

L’“itinerario complesso” scelto da papa Francesco ha affrontato “temi molto difficili, molto appassionanti, legati alla vita, all’esperienza della comunità della Chiesa in tutta la sua ampiezza” che si ponevano come “dottrinali e pastorali insieme”.

Secondo padre Lombardi il parallelo tra la recente assemblea sinodale sulla famiglia e il Concilio Vaticano, avanzato da molti mezzi di comunicazione è “completamente fuori luogo”, avendo il Sinodo affrontato un “tema più specifico”, per quanto “estremamente coinvolgente”.

La linea della “libertà di espressione”, promossa dal Santo Padre, è stata un fatto “molto apprezzato” che “si è riflesso effettivamente sulla dinamica del Sinodo”. Durante tutto il Sinodo - durante il quale, tranne che all’inizio e alla fine, non è mai intervenuto – il Papa è sempre stato “estremamente sereno, anche nei momenti in cui poteva sembrare che ci fosse tensione o discussione interna al Sinodo”, ha dichiarato Lombardi.

Sul piano mediatico, il Sinodo “non era paragonabile a quelli precedenti”, essendo stato il tempo del dibattito “assai più prolungato” e con una distribuzione degli interventi “assai più graduale”. Con una media di 70 interventi al giorno, la loro pubblicazione, secondo il portavoce vaticano, “non era molto realistica”.

La pubblicazione della Relatio post disceptationem è stata “opportuna” e “necessaria”, così come la “la pubblicazione completa delle relazioni dei Circoli Minori è diventata logicamente necessaria e naturale e così pure anche la pubblicazione completa della Relatio Synodi”.

Una cosa che “generalmente manca o è insufficiente è un po’ il livello della comprensione nella fede, che per la Chiesa è essenziale”, ha affermato Lombardi, tuttavia “il discorso finale del Papa ha aiutato e dovrebbe aiutare tutti ad entrare in questo livello di profondità”.

Il Sinodo, infatti, non va valutato “dal punto di vista degli schieramenti” o “dal punto di vista anche del governo della Chiesa da parte del Papa come un problema di carattere strategico umano”.

Si tratta, piuttosto, di “capire che il Papa ha desiderato che la Chiesa si mettesse in cammino e la Chiesa si è effettivamente messa in un cammino di ricerca della volontà di Dio, alla luce del Vangelo e alla luce della fede, per trovare risposte alle questioni più vive della famiglia e in un certo senso anche dell’antropologia, della condizione dell’uomo e della donna nel mondo di oggi”.

In definitiva, “il cammino sinodale continua tra una Sinodo e l’altro, tra quello straordinario e quello ordinario”, ha osservato Lombardi, aggiungendo che, grazie anche al notevole coinvolgimento dei presidenti delle conferenze episcopali, “è molto probabile che il rilancio della riflessione sia profondo, sia efficace, sia veramente articolato in tutte le conferenze episcopali”.

C’è quindi la possibilità “che si arrivi, con un’esperienza comunitaria molto larga e profonda, al prossimo Sinodo ordinario dell’anno venturo, come il Papa desidera”, ha quindi concluso padre Lombardi.