Nella debolezza del bambino si rivela la capacità della mamma; nella debolezza dell’uomo viene manifestata l’onnipotenza di Dio.
Una persona disperata che mi chiedeva di aiutarla, si rese conto che nella disgrazia si era maggiormente avvicinata a Dio.
E’ il gioco della mamma col suo bambino quando lui non vuole starle vicino: gli procura direttamente o indirettamente delle paure che hanno come effetto positivo di farlo tornare dalla mamma e stare più vicino a lei. Allora cogli che ogni genere di “paura” è solo amore di Dio per te.
Il bambino che incontra un leone, o una bestia feroce, ovviamente non si ferma combattere contro il leone o contro un serpente; ma naturalmente corre dalla mamma. E quando è in braccio alla mamma, il bambino se ne ride del leone; deride il serpente. Fa ciò che gli è stato chiesto di fare, contando spontaneamente, con tutta sicurezza, sulle capacità della mamma che ritiene sue e quindi naturalmente disponibili.
Quando agli amici racconta la sua giornata, non pensa minimamente di dover dire che tutto ha fatto la mamma, o meglio, tutto ha fatto con la mamma.
Alla sera s’addormenta solo se ha accanto la mamma; dorme e continua a dormire e a sognare nella certezza che con lui dorme la mamma. Sono traumi, spaventi, se al mattino, al risveglio, non vede subito, accanto, la mamma.
È la raccomandazione di Gesù agli adulti: “Convertirsi e diventare come bambini” –
Il bambino senza la mamma, nulla.
L’uomo senza Dio, nulla.
Ciao da p. Andrea
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