Pixabay CC0 - kloxklox_com, Public domain

Il servo non è più grande del padrone

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio — Mt 10,24-33

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

Lettura
Matteo ci mostra diversi insegnamenti di Gesù circa il comportamento, che i discepoli devono far propri nello svolgere la missione loro affidata. Ciò che più colpisce in questi insegnamenti sono due dettagli: il primo è la frequenza con cui Gesù sottolinea le persecuzioni e le sofferenze che essi dovranno sostenere, il secondo è la ripetuta insistenza nel ricordare al discepolo di non avere paura.
Meditazione
Matteo mette in guardia coloro che si dicono discepoli di Gesù da false aspettative di gloria o onori. Essi devono sapere che, per il fatto di essere seguaci di Cristo, saranno perseguitati, e ciò non deve essere motivo di angoscia, poiché compito primario di un discepolo è imitare la vita del Maestro e affrontare come lui le prove. «Un discepolo non è più grande del maestro, né un servo è più grande del suo signore; è sufficiente per il discepolo diventare come il suo maestro e per il servo come il suo signore». “Se hanno chiamato Belzebù il Maestro, tanto più insulteranno i suoi discepoli”; questa sembra essere la prova del nove del discepolato autentico. Segue l’invito a non aver paura poiché, anche se i persecutori possono apparire forti nel rovesciare l’apparenza della realtà, nello spargere calunnie, la verità alla fine emergerà in tutta la sua forza e illuminerà ogni cosa. La paura che deve avere il discepolo è, per il timore di soffrire o di non essere accolto, quella di non essere un annunciatore autentico, veritiero, di arrivare a barattare e a edulcorare quella verità che è chiamato ad annunciare. Ciò è tradire non solo la propria missione ma se stessi. Il discepolo che confida in Dio non ha da temere nulla, perché Dio, come Padre premuroso, lo accompagna sempre. È lo stesso Gesù che invita a contemplare l’atteggiamento del Padre rispetto al suo creato: «Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il volere del Padre vostro». E poi: «Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri!». E ancora: «chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli». Se ne siamo veramente convinti, come discepoli, non possiamo che fare esperienza della misericordia e della provvidenza di Dio nella nostra vita.
Preghiera
Infondi in me, o Signore, il coraggio di annunciare con autenticità la tua parola. Concedimi la forza di saper sempre rialzarmi dalle mie cadute, e donami il tuo sguardo per saper imparare dagli errori commessi. Fa’ che senta la tua presenza, e che non dimentichi mai si essere solo un servo inutile del tuo Regno.
Agire
La settima opera di misericordia spirituale, pregare per i vivi e per i morti, sarà al centro di questa mia giornata.
Meditazione a cura di don Donatello Camilli, tratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di EdizioniART. Per abbonamenti: info@edizioniart.it

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

ZENIT Staff

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione