Vangelo
Lc 11,15-26
Lettura
Gesù ha appena liberato dal male un uomo posseduto da un demonio muto. Abbiamo già incontrato il Signore nella sua opera di liberazione dal Male. Ora mi sembra che questo ritorni nella memoria evangelica come un dato interno alla nostra vita con Lui, come un dato permanente della sua opera di salvezza per noi. Mi sembra che non dobbiamo mai dimenticare che, posti nella condizione normale della vita, che è lotta tra bene e male, abbiamo sempre necessità di essere sostenuti da Lui!
Meditazione
Non ricordare la presenza di questa “inimicizia” è pericoloso, perché ci espone ad una ipotesi di solitudine drammatica con la vicenda del nostro peccato. Invece, il Signore è attivo e opera instancabilmente a nostro favore. Questa sua opera di liberazione dal Male deve essere individuata e colta con forza e con chiarezza. Tra Lui e i demòni c’è totale separazione e assoluta inimicizia. E Gesù fa questo «con il dito di Dio»: con Lui e in Lui è giunto a noi il regno di Dio. Più che essere protagonisti di questa lotta, noi ne siamo il campo di battaglia, la preda da conquistare. Non siamo certamente noi a poter scacciare il Male. Lo può fare solo quel «più forte» (v. 22) che vince «l’uomo forte, bene armato, che fa la guardia al suo palazzo»: così viene qualificato il demonio! E Gesù è quel “più forte di lui”! Per questo, la nostra alleanza piena con Gesù deve essere profonda e senza limiti: «Chi non è con me è contro di me, e chi non raccoglie con me, disperde». Dunque, il cristiano certamente conosce e sperimenta il peccato, anzi, solo il cristiano lo conosce, perché solo lui ne coglie la particolarità e la drammaticità, perché gli è ben nota la potenza buona del Signore e della vita con Lui. È molto importante considerare con attenzione anche i vv. 24-26, che ci dicono come questa insidia non cessi mai. Anzi, la liberazione operata da Dio e la condizione luminosa in cui si trova il discepolo amato e protetto dal suo Signore, lo espone a sempre nuove insidie. Tutte queste Parole che oggi ci vengono regalate mi sembrano un antidoto prezioso nei confronti di un’angoscia che inevitabilmente ci assalirebbe, se ci pensassimo soli davanti al mistero del Male.
Preghiera
Fa’, o Signore, che mai sia tentato di pensare che il male è inevitabile; fammi discepolo umile e sereno di fronte alle mie stesse debolezze, inadempienze, paure. Fa’ di me un cristiano capace di riconoscere immediatamente ciò che annebbia il mio giudizio sulle inclinazioni di bene e quelle verso il male che abitano nel mio cuore, e possono segnare la mia vita.
Agire
Inizierò la mia confessione riconoscendo la salvezza che è all’opera nella mia vita. Se la confessione non è prossima, introdurrò questo pensiero di gratitudine nella mia preghiera quotidiana.
Meditazione a cura di mons.Giovanni Giudici, vescovo di Pavia, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it