"Il nostro matrimonio aveva toccato il fondo ma poi…"

Al Sinodo due sposi riconciliati raccontano la loro esperienza nel movimento Retrouvaille

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Sono dense e si ascoltano tutte d’un fiato le parole dei coniugi Stephen e Sandra Conway: le ferite del fallimento e della separazione che affliggono tante famiglie, le hanno avute anche loro addosso ma sono quelle stesse ferite ad essere state l’inizio della loro resurrezione.

“Nel 2008, dopo 21 anni di matrimonio, la nostra relazione aveva toccato il fondo. Mi sono rivolta ad un medico, senza venire a capo di nulla, cercai di parlare con i membri della mia famiglia, che mi diedero alcuni consigli. Infine andai dal mio sacerdote, che mi ascoltò nel cuore e mi mise in mano un dépliant di Retrouvaille”.

Così racconta Sandra Conway insieme al marito ripercorrendo gli anni del buio, ma poi conclude: “sono una persona diversa grazie a Retrouvaille”. La chiave di svolta? I due sposi sudafricani la vedono in questo: “la nostra relazione matrimoniale è stata evangelizzata. La Chiesa”, tramite la realtà conosciuta, “è diventata la casa del Padre, con le porte spalancate, un posto per noi, con i nostri problemi”. 

I due sono intervenuti ieri pomeriggio, nella sesta Congragazione del Sinodo straordinario sulla famiglia dedicata a I casi pastorali difficili, come responsabili regionali per l’Africa di Retrouvaille, un movimento che aiuta le famiglie che spesso approdano lì come ultima chance, prima della separazione o del divorzio.

“Spesso veniamo contattati da coppie con figli, che hanno vissuto insieme per molti anni ma non sono sposate; altri sono già stati sposati e hanno paura di commettere di nuovo gli stessi errori: ci sono coppie che giungono alle seconde nozze e che riportano nella nuova relazione gli stessi problemi che avevano nel primo matrimonio. La maggior parte delle coppie sono al primo matrimonio, ma arrivano totalmente rassegnate, quasi sempre sull’orlo del divorzio”, rilevano i Conway.

Le motivazioni del naufragio di tutte queste famiglie possono essere le più disparate. Generalmente si tratta di difficoltà economiche, infedeltà, legami irrisolti con le famiglie d’origine, tutti problemi che, anziché essere affrontati in armonia, si inseriscono in un ben preciso stile di vita della coppia: “lo stile da single sposati”, così lo definiscono Sandra e Stephen Conway, cioè “una coppia di sposi che agiscono come due persone che due fanno cose separatamente. Spesso questo stile da single sposati inizia in modo innocente, ma a lungo andare scava un fosso tra i due, che finiscono per divergere” e proseguire per strade diverse.

Le equipe di Retrouvaille mirano invece a fornire a tutti i coniugi gli strumenti per superare lo stallo e arrivare alla fase ‘della gioia’, facendo emergere il Noi e non l’Io del singolo e ripercorrendo il matrimonio nelle sue quattro fasi: innamoramento, disincanto, sofferenza e gioia. “Molti rimangono bloccati tra la fase del disincanto e quella della sofferenza, ed è proprio nella fase della sofferenza che tanti gettano la spugna”, dicono i responsabili del movimento, che si dedicano a spiegare alle coppie che “l’amore è una decisione, non un sentimento; è verità, perdono; incoraggiamo il perdono per guarire la parte ferita”, esattamente come avviene “nella parabola del figliol prodigo”.

Spesso, confidano i coniugi sudafricani, “riceviamo lettere dai bambini, dopo che i genitori hanno partecipato al nostro programma, che ci ringraziano per i ‘nuovi’ mamma e papà che hanno davanti”.

I coniugi si sono imbattuti anche in coppie risposate ed escluse dal sacramento della comunione, come il caso di “una coppia sposata fuori dalla Chiesa cattolica: la moglie non cattolica si era inserita nel percorso di Iniziazione Cristiana per Adulti a seguito della sua conversione ma, poiché aveva un altro matrimonio alle spalle, dovette prima richiedere la nullità di quello. Dopo due anni di percorso all’interno del percorso di Iniziazione Cristiana la coppia rimase delusa per non aver ricevuto questo riconoscimento di nullità e finì per abbandonare la parrocchia”.

Vi sono infine i casi di richiesta di aiuto da parte di coppie dello stesso sesso, per le quali la pastorale è pressoché inesistente: “parliamo con queste coppie cercando di ascoltarle e di comprenderle”, affermano i due responsabili, “ma spieghiamo loro che il nostro programma è presentato da equipe di mariti e mogli le cui storie non hanno a che fare con l’esperienza delle persone dello stesso sesso. Li mettiamo quindi in contatto con una lista di consulenti che offrono aiuto a coppie omosessuali”.

Retrouvaille è ormai presente a livello internazionale da 35 anni ed ogni anno sono centomila le coppie che si avvicinano a questo movimento.

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Maria Gabriella Filippi

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