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I punti salienti del Sinodo: l’accompagnamento e il sostegno alla famiglia

Tra gli obiettivi primari vi è quello di edificare matrimoni sempre più solidi e che sempre meno figli debbano soffrire le separazioni dei genitori

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In questi giorni, l’assemblea sinodale ci sta rendendo partecipi di numerosi dibattiti, proposte e soluzioni per accompagnare con coraggio la vita della famiglia. La relazione finale sarà di grande utilità per il bene della famiglia, della società e della Chiesa. Il rischio è che giornali, televisioni e radio diano risalto solo a quei pochi aspetti che interessano i tanti che vorrebbero manipolare e strumentalizzare certe affermazioni dei padri sinodali, scardinandole dal contesto nel quale sono state pronunziate.

Proprio per queste ragioni è importante sintetizzare, in pochi punti salienti, gli elementi essenziali del dibattito per inquadrarli nel giusto contesto.

L’assemblea dei padri sinodali discute sulla famiglia a tutto tondo, affrontando le tematiche della preparazione delle nuove famiglie, l’accompagnamento e il sostegno alle famiglie già costituite, la cura e l’attenzione ai membri della famiglia che vivono il dramma della separazione.

La formazione delle nuove famiglie è lo sguardo di Dio che sogna una umanità nella quale ogni uomo e donna, chiamata alla vocazione del matrimonio, possa vivere una vita di comunione con il proprio marito o con la propria moglie, vivendo con il cuore aperto all’accoglienza e all’educazione dei figli, aprendo le porte della propria casa a coloro che hanno bisogno, servendo ed accudendo gli anziani della propria famiglia.

L’accompagno delle famiglie già formate è il secondo fattore determinante per la salvaguardia della società e della Chiesa. Questi ultimi decenni sono stati caratterizzati da tante separazioni e da tanti divorzi, causati da una scarsa preparazione alla vita matrimoniale. L’esperienza della convivenza prematrimoniale, che la Chiesa ha sempre respinto in quanto difforme agli insegnamenti evangelici, ha mostrato tutta la sua inadeguatezza. È davvero poco sensato provare a vivere insieme sotto lo stesso tetto per capire se esiste affinità e compatibilità. L’uomo e la donna sono entità umane in continua evoluzione e cambiamento. La prova di un tempo non può essere garanzia della proiezione della vita matrimoniale per tutta la vita.

La preparazione alla vita matrimoniale nasce dal profondo e radicato desiderio di conoscere l’altro come complementare a se stesso. La conoscenza dell’altro è raggiungibile dopo aver approfondito la conoscenza di se stessi. Per questa ragione la Chiesa propone la partecipazione all’ascolto costante della Parola di Dio, il ricorso perseverante alla preghiera e la frequenza assidua alla vita sacramentale. Questa triade costituisce la luce e la forza della conoscenza di Dio, di se stessi e dell’altro.

Infine il tema più spinoso, quello che sta ricevendo più attenzione dai mezzi di comunicazione: la cura delle persone separate o divorziate.

Prima di tutto l’attenzione è da concentrare sui figli delle famiglie separate: i bambini e gli adolescenti sono le vere vittime del fallimento matrimoniale dei loro genitori. L’esperienza di questi anni ha dimostrato che sono tante le fatiche di un padre e di una madre a continuare a mantenere alto l’impegno, il tempo e le energie spirituali per accompagnare nella crescita e nell’educazione i loro figli.

Il messaggio dell’assemblea sinodale è quello di considerare questi bambini e questi ragazzi come i veri poveri e gli emarginati della nostra società, perchè rischiano di vivere di poche briciole di affettività, di avanzi di tempo e di scarti di attenzione da parte dei loro genitori, impegnati troppo spesso a ricostruire nuove relazioni, le quali molte volte tendono ad escludere la parte più importante della vita precedente del compagno.

Il tema centrale da affrontare è quello di risvegliare il senso di responsabilità dei genitori separati, i quali vanno cercati, raggiunti ed accompagnati dalla Chiesa per ricondurli alla bellezza e alla gioia della missione genitoriale. La grazia di un figlio è un dono di Dio definitivo, per questo ha il diritto di essere accompagnato, protetto e incoraggiato nella sua crescita umana e spirituale.

Per quanto riguarda i figli di persone divorziate, è importante che la Chiesa abbia un’adeguata cura ed una saggia insistenza nell’accompagnare questi giovani, per evitare che si chiudano nella loro angoscia, che è il frutto amaro di un triste abbandono e di un sofferto distacco.

È importante, da parte della Chiesa, prendere consapevolezza di quanto sia importante affrontare, combattere e scardinare quel senso di vergogna che abbraccia sia i genitori separati che i loro figli.

L’esperienza dimostra che i figli dei separati, memori del fallimento della relazione coniugale dei loro genitori, difficilmente si sposano; essi prediligono relazioni precarie, si accontentano del figlio unico e vivono nella paura di ripetere la triste esperienza dei loro genitori.

Per spezzare questa catena di male e di sofferenza, è essenziale che ogni membro della Chiesa, inclusi i laici, riversino tutta la misericordia del Padre celeste verso questi giovani, verso quelle madri e verso quei padri, i quali hanno l’urgenza di vivere la loro nuova condizione dentro la grande famiglia della Madre Chiesa.

La Chiesa è sempre pronta ad accudire con tenerezza ogni suo figlio, sapendo che il dolore della famiglia separata, unito al sangue versato di Gesù Cristo, può diventare redenzione e salvezza per la vita di tante coppie che stanno decidendo di separarsi.

L’accoglienza di tutti i membri della “famiglia separata” deve sempre essere accompagnata dall’insegnamento del Signore sull’indissolubilità del matrimonio, ricordando a tutti che l’insegnamento evangelico sul patto nunziale parla di un legame unico e definito,  rifiutando esplicitamente la possibilità di accedere alle “seconde nozze”, ovviamente ad eccezione dei casi di riconoscimento della nullità del sacramento del matrimonio, in quanto esso viene dichiarato nullo ab origine a causa di vizi del consenso.

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Osvaldo Rinaldi

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