Anzitutto il Regno

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio

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Vangelo

Lc 9,57-62 

Lettura

Il brano del Vangelo propone una linea di vita radicale e severa. Ascoltiamo questa Parola non solo come una proposta di esigenze morali, quanto piuttosto come l’affermazione della novità e della particolarità dell’esperienza cristiana: essa è altra rispetto a sapienze mondane a proposito della vita, perché ci chiede di guardare a Dio come colui che ci dona tutto. È aderendo a Lui che si giunge alla vita. La pagina evangelica di oggi è particolarmente adatta ad avvicinarsi a Teresa di Lisieux: una vita incomprensibile al di fuori della novità del Vangelo, perché totalmente trascorsa nella piccola comunità del monastero carmelitano, e apparentemente inefficace sul piano umano. Eppure… 

Meditazione

La prima affermazione di Gesù, ai vv. 57-58, è la risposta a chi si offriva di farsi suo discepolo. Essere cristiano significa avere dinanzi a sé un cammino continuo che ha un fine al di là della vita, e tuttavia è richiesto al discepolo di imparare ad avere sete dell’incontro con il Signore. Solo se assetati dell’incontro con Lui possiamo fare strada nella sequela. Obbedire al Vangelo di Gesù comporta il camminare nella storia, ed esige un ascolto sempre rinnovato e un’obbedienza decisa e sincera da parte del singolo come da parte della comunità credente. Il discepolo del Figlio dell’uomo non ha la possibilità di rifugiarsi in una formula fissa e definitiva, perché lo Spirito lo muove incessantemente dentro gli avvenimenti della storia, che sono illuminati e compresi nella perenne novità del Vangelo. I vv. 59-60 esigono che persino la morte e la sepoltura di un padre siano, per un figlio che è chiamato alla sequela del Maestro, accolte come segni del regno di Dio, e non siano realtà diverse da altri fatti della vita, anche se, a prima vista, un funerale si presenta come un evento di speciale rilievo. Per questo motivo, i vv. 61-62 indicano che per il discepolo non c’è più un “prima” rispetto al “regno di Dio”. Ogni pensiero, dovere o opportunità viene vissuto come obbedienza e tentativo di aderire pienamente alla volontà del Signore. Allora, persone piccole e povere, come si riteneva Teresa, sono chiamate, dalla potenza e dalla sapienza del Vangelo di Gesù, a compiere gesti o scelte di grande coraggio e coerenza. 

Preghiera

Faccio diventare preghiera, con le mie parole e i miei sentimenti, la riflessione conclusiva di Teresa: «La mia missione è far amare il Signore come io l’amo, e dare alle anime la mia piccola via». Comprendo Signore che tu sei tutto per me e mi metto nelle tue mani con totale disponibilità.

Agire

Ricordo l’impegno di coerenza nella conversione che ho formulato durante l’ultima confessione. 

Meditazione a cura di mons.Giovanni Giudici, vescovo di Pavia, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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