Le lacrime di Santa Monica e la conversione di Sant'Agostino

Ricorrono oggi e domani le memorie liturgiche di due grandi santi, madre e figlio

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Riprendiamo di seguito la riflessione di mons. Enrico dal Covolo relativa alla trasmissione Ascolta si fa sera, trasmessa domenica 24 agosto 2014 su Radio Rai 1.

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Tra oggi e domani ricorre la memoria di due grandi santi, santa Monica e sant’Agostino. È diventata quasi un’espressione proverbiale: le lacrime della madre hanno convertito il figlio, e ne hanno fatto uno dei più grandi Padri della Chiesa. Così questa sera riprenderemo qualche pagina delle famose Confessioni. Tormentato da un’inquieta ricerca della verità, deluso dalle dottrine manichee, frustrato nell’insegnamento dall’indisciplina degli allievi, Agostino nel 383 lascia Cartagine e si reca a Roma.

Ha ventinove anni, e si potrebbe dire che ha ormai raggiunto una piena maturità di vita. In realtà, nel suo intimo egli è più perplesso e angosciato che mai: nulla sembra offrirgli salde garanzie per il conseguimento di quella verità, a cui anela con tutte le sue forze. Così la partenza di Agostino da Cartagine in quella notte del 383 sa molto di una fuga. Monica si rende conto della fase critica che sta attraversando il suo figlio, e non vorrebbe assolutamente lasciarlo partire in quello stato.

Agostino deve ricorrere a uno stra¬tagemma. Mia madre – racconta egli stesso – “pianse dirottamente, seguen¬domi fino al mare. Allora io l’ingannai, fingendo di voler rimanere lì per non lasciare solo un amico. Riuscii a convincerla che, se non voleva tornare indietro senza di me, si ritirasse almeno a passare la notte in una chiesetta, vicino al luogo dov’era la nave; e in quella notte io partii di nascosto, ed ella rimase a piangere e a pregare”. Agostino ovviamente non lo sa ancora. Ma quel pianto di Monica avrebbe accompagnato le tappe della sua conversione, fino al battesimo, celebrato a Milano dal vescovo Ambrogio nella pasqua del 387.

Poi Agostino se ne torna in terra d’Africa, sempre accompagnato dalla sua
mamma. Ma ad Ostia, poco prima di imbarcarsi, Monica gli confida: “Figlio, non so che cosa io stia a fare ancora quaggiù… C’era un solo motivo per cui desideravo rimanere ancora un poco in questa vita: vederti cristiano cattolico, prima di morire, e Dio mi ha esaudito oltre ogni mia aspettativa…”.

Cinque giorni dopo, il 27 agosto del 387, Monica se ne va cielo. Venne seppellita a Ostia. Aveva detto: “Non preoccupatevi di dove mi seppellirete… Soltanto di questo vi prego. Dovunque v troverete, ricordatevi di me all’altare del Signore”.

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Enrico dal Covolo

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