«Gli uomini e le donne del nostro tempo corrono il grande rischio di vivere una tristezza individualistica, isolata anche in mezzo a una grande quantità di beni di consumo». Le parole di Papa Francesco, contenute nel messaggio a firma del cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin, descrivono la situazione di quelle periferie del mondo e dell’esistenza che il Meeting mette a tema nella sua XXXV edizione, che inizia domani 24 agosto.
Un Meeting dedicato all’uomo, al suo cuore, all’irriducibile desiderio di bene che lo costituisce e che non smette di gridare neppure nei contesti più difficili e contraddittori come vediamo in questi tempi drammatici per le sorti del mondo.
L’evento di quest’anno, in particolare, vuole raccontare il potere del cuore, che permette all’uomo di vivere dentro il dramma, dentro le difficoltà delle periferie più lontane e dentro le sfide della quotidianità.
Per questo motivo il Meeting ha deciso di aprire l’incontro inaugurale con l’intervento di padre Pierbattista Pizzaballa, Custode di Terrasanta e presidente dell’Associazione pro Terra Sancta, testimone eccezionale di una speranza altrimenti impossibile. Il francescano parlerà domani della crisi in Palestina e in Medio Oriente, ma specialmente di pace e dialogo, con Emilia Guarnieri, presidente della Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli e Monica Maggioni, direttore di Rainews24.
Sull’irriducibile bisogno di significato dell’uomo, il Meeting propone poi lo spettacolo inaugurale: “Io, un sassetto tra le stelle”, dedicato al film La strada del maestro Federico Fellini, con l’esecuzione della Suite musicale di Nino Rota.
Accoglie quindi il secondo invito del Papa a «tenere sempre lo sguardo fisso sull’essenziale», avendo negli occhi la sua grande testimonianza − specialmente nel suo ultimo viaggio nella Repubblica di Corea − di amante della realtà e dell’essenziale, un amore che gli consente di avanzare sicuro verso qualunque periferia di questo mondo in guerra.
L’edizione 2014, inoltre, vuole mostrare proprio queste periferie, «che non sono soltanto luoghi, ma anche e soprattutto persone», facendo incontrare a chi lo visiterà persone per le quali la realtà è innanzitutto qualcosa da guardare e da abbracciare, e non da combattere.
Persone che riconoscono che la realtà rappresenta un bene e che l’altro è un’occasione attraverso cui il destino non lascia solo l’uomo e si fa presente anche oggi, consentendogli di vivere un’esperienza di positività dentro qualunque circostanza.