Scambio di embrioni: un "caos giurisprudenziale"

Nati il 3 agosto scorso e già registrati all’anagrafe, i gemelli “contesi” dopo lo scambio di embrioni avvenuto all’ospedale “Pertini” di Roma rimangono un “caso” nazionale

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Si rinfocola il dibattito seguito allo scambio di embrioni avvenuto per errore all’ospedale “Pertini” di Roma. I “gemelli contesi”, un maschio e una femmina, sono nati domenica notte presso il reparto di Ginecologia dell’ospedale San Salvatore dell’Aquila. Il parto è avvenuto tramite cesareo con qualche giorno di anticipo rispetto alla data prevista, il 12 agosto. I due piccoli sono stati registrati all’anagrafe dalla donna che li ha partoriti e dal marito.

E intanto, mentre giudice di Roma che indaga sulla vicenda, Silvia Albano, si è intanto riservato di decidere sull’ammissibilità del ricorso presentato dai genitori biologici, sul tema si è espresso il prof. Alberto Gambino, ordinario di diritto civile e direttore del Dipartimento di scienze umane dell’Università Europea di Roma. “È assolutamente necessario – ha detto – normare per legge la risoluzione di errori nelle tecniche di fecondazione artificiale, come quello avvenuto al Pertini”.

Il giurista ricorda che “le tecniche di fecondazione extracorporea comportano sempre un’alea conseguente alla perdita del ‘governo’ dell’atto fecondativo in capo alla coppia e perciò occorre mettere in conto che i ‘propri’ embrioni possano talvolta sfuggire alla ‘rivendicazione’ da parte di chi fisiologicamente ne ha perso il controllo, con conseguente caos giurisprudenziale”.

Secondo il docente, una soluzione al caso dello scambio di embrioni del “Pertini” “può venire solo da un intervento del legislatore, che, tenendo fermo il divieto della maternità surrogata, contempli però la possibilità di simili errori e li disciplini con chiarezza”.

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ZENIT Staff

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