La Chiesa italiana pronta ad accogliere i cristiani dell'Iraq

Lo ha detto il card. Bagnasco, il quale richiama gli organismi internazionali a “monitorare gli avvenimenti e adottare gli opportuni provvedimenti”

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I cristiani dell’Iraq vogliono rimanere in un Paese che “amano”, “e di vivere in sicurezza, uguaglianza e dignità con tutti” nella loro patria. Lo ha ribadito, con un messaggio inviato nei giorni scorsi, il patriarca caldeo di Baghdad, Louis Raphael Sako.

Aspirazione comprensibile, che si scontra però con una contingenza di persecuzione che sta assumendo i contorni di una vasta tragedia regionale. È per questo che la Chiesa cattolica italiana si è detta pronta ad accogliere i cristiani costretti alla fuga dall’Iraq.

“La prima cosa che faremo, attraverso la Segreteria di Stato e la Nunziatura a Bagdad, è manifestare la nostra piena disponibilità ad accogliere quei perseguitati che eventualmente lasciassero il Paese”. Lo ha detto, in un’intervista al Corriere della Sera, il card. Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana. Il quale ha inoltre sottolineato che “le diocesi italiane sono da sempre disponibili verso gli immigrati”.

L’impegno della Cei non passa solo attraverso l’accoglienza delle persone, ma anche mediante il sostegno finanziario. “Ho subito dato disposizione – spiega il card. Bagnasco -, com’è avvenuto anche per la Siria, di un primo intervento di natura economica per un milione di euro da inviare per le immediate necessità attraverso i vescovi locali e la Nunziatura di Baghdad”.

Infine il presidente della Cei rivolge anche un richiamo alla comunità internazionale. “È un dovere per gli organismi internazionali monitorare gli avvenimenti e adottare gli opportuni provvedimenti”, ha detto. “Il diritto di praticare liberamente e rispettosamente la propria fede religiosa – sottolinea infine – è contemplato giustamente tra i diritti fondamentali”.

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ZENIT Staff

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