L’ennesimo sconfortante aggiornamento del bilancio delle vittime tra Israele e Hamas, a Gaza, arriva mentre a Il Cairo seguono serrati i colloqui indiretti nel tentativo di estendere la tregua di 72 ore che terminerà domani. Secondo il ministero della Sanità palestinese i morti sarebbero quasi 1.900, tra cui 430 bambini, 243 donne e 79 anziani. Oltre 9.567 sarebbero invece i feriti, tra i quali 2.878 bambini, 1.854 donne e oltre duemila anziani.
L’emergenza umanitaria è uno dei temi del confronto indiretto in corso in Egitto tra rappresentanti di Israele di Hamas. Non trapelano notizie di un accordo, almeno per ora. “Penso che dobbiamo guardare avanti e capire cosa si può fare”, ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri dello Stato ebraico. “Dobbiamo capire – ha proseguito – come smilitarizzare la Striscia, dare una vita migliore alla popolazione di Gaza, e stabilire relazioni migliori tra noi e loro”.
Il bandolo della matassa ancora non è stato trovato. “Non c’è accordo per prolungare il cessate il fuoco”, ha poi affermato più tardi Moussa Abou Marzuk, numero due di Hamas che sta partecipando ai colloqui.
Un appello per la fine del ciclo di violenze che negli anni ha colpito la Striscia di Gaza è stato rivolto dal Segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon. “Dobbiamo continuare così? – si è chiesto -: costruire, distruggere e costruire e distruggere? Costruiremo ancora, ma questa deve essere l’ultima volta. Questo deve finire ora”. Il segretario ha quindi detto che i popoli di entrambe le parti hanno il diritto di vivere “liberi dalla paura”. Diritto che sembra voler sostenere anche il presidente statunitense Barack Obama, il quale ha invocato la necessità di togliere il blocco da Gaza con le seguenti parole: “Non ho simpatia per Hamas, ma ho molta simpatia per la gente comune a Gaza”.