Geova a Messa

Confronto tra cattolicesimo e geovismo sulle Letture di domenica 10 agosto 2014 – XIX Domenica del Tempo Ordinario (ciclo A)

Share this Entry

Prima Lettura

1Re 19,9.11-13 – Nulla da rilevare 

Seconda Lettura

Rm 9,1-5 “5 a loro appartengono i patriarchi e da loro proviene Cristo secondo la carne, egli che è sopra ogni cosa, Dio benedetto nei secoli. Amen.”

Questo versetto è chiaramente a favore della divinità di Cristo e pertanto la NM lo rimaneggia a modo suo “traducendolo” così: “5 ai quali appartengono gli antenati e dai quali [sorse] il Cristo secondo la carne: Dio, che è sopra tutti, [sia] benedetto per sempre. Amen.” E’ magistrale! Si sposta qualche parola, si mette una certa punteggiatura, si aggiunge un “[sia]” inesistente nell’originale… e quella che era una testimonianza biblica sulla divinità di Cristo diventa una lode rivolta a Dio Padre. Mons. Minuti avvertiva acutamente che gli imbrogli della WT sono “ben confezionati” ed è difficile, per chi è “culturalmente e biblicamente sprovveduto” smascherarli. Ma come persuadere l’onesto TG che la nostra traduzione è giusta mentre quella della WT manipolata? Come riuscirci se nella sua mente si erge il “paletto” già presente che gli ricorda che “quelli di fuori, scrivono per ingannare”? e che qualora sembri che dicano giusto “è Satana che si traveste da angelo di luce”? Ci resta solo ricordargli che, per lo meno, la WT ha mentito quando ha suggerito ai proclamatori che si sentono avanzare dei dubbi circa la Traduzione del Nuovo Mondo, di rispondere: “Sono lieto di usare qualsiasi traduzione lei preferisca!” (p. 402 del manuale geovista Ragioniamo) e si chiederà coerenza esigendo che lui usi questa traduzione della CEI da noi preferita. Se non ne fosse soddisfatto gli potremmo presentare un… “carico da 11”, e cioè il testo della TILC, la Traduzione Interconfessionale in Lingua Corrente che, come dice nella prefazione: “Non aggiunge o toglie alcuna informazione contenuta nei testi originali, ma cerca di comunicare al lettore di oggi, seguendo il metodo delle equivalenze dinamiche, proprio quel che il testo diceva agli antichi lettori.” Ed ecco come la TLC rende questo versetto: “Essi sono i discendenti dei patriarchi e da loro, sul piano umano, proviene il Cristo che è Dio e regna su tutto il creato. Sia benedetto in eterno. Amen.” Potremmo anche aggiungere che se quella parte finale del versetto fosse una lode rivolta “a Dio Padre, San Paolo l’avrebbe adoperata spesso nelle sue lettere. Mentre essa è un “apax” cioè è stata usata una sola volta in tutta la Bibbia; solo qui. Strano no?

Vangelo Mt 14,22-33

 “26 Vedendolo camminare sul mare, i discepoli furono sconvolti e dissero: «È un fantasma!» e gridarono dalla paura. 27 Ma subito Gesù parlò loro dicendo: «Coraggio, sono io, non abbiate paura!». (…) 32 Appena saliti sulla barca, il vento cessò. 33 Quelli che erano sulla barca si prostrarono davanti a lui, dicendo: «Davvero tu sei Figlio di Dio!».

§§§ Vediamo prima il v. 33. La NM lo rende: “Quindi quelli che erano sulla barca gli resero omaggio, dicendo: ‘Tu sei veramente il Figlio di Dio’.” La WT, riguardo alla espressione “Figlio di Dio” (con tanto di F maiuscola che essa usa tranquillamente)  non teme di essere mal compresa dai suoi fedeli, cioè non teme di allinearsi alla concezione della cristianità che, semplicemente qualificando Gesù “Figlio di Dio”, lo intende compartecipe della natura divina del Padre e perciò Dio a tutti gli effetti. Essa ha insegnato loro insistentemente che “Gesù ha sempre detto di essere il Figlio di Dio e non Dio il Figlio” (sic!). Questa stranissima osservazione, che in italiano suona enigmatica per non dire sfasata, è, a quanto pare, sufficiente a tranquillizzare i TG assicurandoli che si può essere Figli di Dio e a titolo tutto speciale, come lo era quello rivendicato da Gesù, senza essere Dio. E se qualcuno obiettasse che se Gesù Figlio, almeno nel Reame dei cieli, aveva la stessa natura del Padre, neanche questo fa difficoltà per chi è stato persuaso che avere natura divina significa semplicemente avere un “corpo spirituale” e che per corpo spirituale si deve intendere un corpo di natura angelica come ce l’hanno gli spiriti (Diavolo compreso). Quello che alla WT fa invece problema è piuttosto quel gesto dei discepoli che “si prostrarono”, forse meglio, trattandosi che erano nella barca, “si misero in ginocchio” come dice la TILC. Ma ecco che interviene in soccorso la regola watchtoweriana di silurare tutti i proskunèo che si riferiscono a Gesù traducendoli “rendere omaggio”, riservando cioè il senso di “adorazione” solo quando il gesto si riferisce ad altri soggetti, come: Dio, gli idoli, il demonio. Massimo rendimento minimo sforzo! E’ sempre una questione di semplice àiresis…, magistralmente e oculatamente centellinata! Per noi invece vale al riguardo la preziosa nota esegetica de La Bibbia Via verità e Vita che dice: “L’intero episodio rivela la divinità di Cristo e la sua signoria cosmica. Nel v.28 Pietro lo invoca con un titolo divino, kyrios, “Signore” (termine con cui si rendeva nella Bibbia greca il nome divino Jhwh). Nel v.33, si ha la confessione di fede: “Davvero tu sei Figlio di Dio!”.” E fu una atto comunitario di tutti i discepoli, non del solo Pietro come a Cesarea di Filippo! Erano pescatori, gente concreta: se tanto mi dà tanto… §§§ E parliamo ora del fantasma del v.26, rivelatore di un’altra finezza nell’uso dei ritocchi elaborati dalla WT nella NM per nascondere ciò che la Bibbia dice. Questa volta la cosa da nascondere è l’immortalità dell’anima, messa in crisi da quel “fantasma” (gr. phàntasmà) non riducibile a uno “spirito” (gr. pnèuma). Si deve sapere che, secondo la fede geovista, nell’aldilà non esistono persone umane (almeno fino al 1968 quando sarebbe stato ricreato il primo Unto) ma solo Dio, angeli e diavoli, tutti denominati “spiriti” (anche Geova è “uno Spirito” ma con la maiuscola).

Quindi questo “fantasma” che incuteva paura ai dispecoli, contraddice tale convinzione perché si riferisce alla credenza di sopravvivenza di persone umane nell’aldilà. Il Nolli, esegeta e filologo, ci ricorda che: “Tutti i popoli orientali credevano che i morti tornassero spesso, di notte, a farsi vedere sotto forme di bianchi fantasmi, dai contorni incerti e senza un vero e proprio volto definito. Anche gli Ebrei vi credevano e quindi procurarono di accumulare grandi quantità di pietre sul cadavere dei morti di morte violenta, che più di tutti potevano tornare a farsi vedere (Jos 7,26; 8,29; 2 Sam 18,17). Doveva essere in uso anche la evocazione dei morti per mezzo di arti magiche, poiché lo stesso re Saul si recò da una negromante per farsi evocare il morto Samuele (1 Sam 28,7-8)… Siccome i fantasmi somigliavano alle persone evocate soltanto nel volto, ma non potevano avere mani e piedi (secondo la credenza popolare), Gesù invita i suoi Apostoli a constatare che Egli ha vere mani e veri piedi, e quindi non è uno spirito o un fantasma (Lc 24,39-40.” (G. NOLLI, Lessico Biblico, ed. Studium, Roma 1970, pp. 438-39) Come se la cava (leggi: ritiene di cavarsela), in tale frangente, la WT? Semplicemente trasformando il fantasma in “apparizione”, qualcosa che ricorda il cinema, entità non reale. Anche qui, massimo rendimento con minimo sforzo. Ma sempre sperando nella non bereanità dei propri fedeli…

Share this Entry

Sandro Leoni

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione