Francesco e Chiara d'Assisi. Percorsi di ricerca sulle fonti

Le Fonti francescane-clariane e l’Università cattolica di Milano

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È necessario dedicare qualche parola alla scelta di tenere questa prima giornata di incontro sulle Fonti Francescane a Milano e, in particolare, presso l’Università cattolica. Innanzi tutto la Prefazione della prima edizione delle Fonti Francescane in italiano è datata da Milano nel giugno del 1977, perché proprio nel convento dei frati Minori di S. Angelo l’indimenticabile padre Feliciano Olgiati, coordinatore generale dell’opera, aveva raccolto tutto il materiale e a S. Angelo Aristide Cabassi ebbe il suo centro operativo nella complessa operazione della stesura degli indici – un vero tormentone di schede e schedine, prima che fossero utilizzati i computer.

Non è poi necessario ricordare che l’Università cattolica ebbe in padre Agostino Gemelli non solo il fondatore, ma anche un insigne precursore degli studi francescani, che furono da lui considerati essenziali per fondare e connotare in modo sempre più chiaro l’identità dell’ateneo dei Cattolici italiani. Per venire incontro a questa esigenza egli stesso si impegnò in un’opera di alta divulgazione e non priva di valore autobiografico, che ebbe il suo più significativo frutto nel noto volume Il francescanesimo, apparso nel 1932, e che si espresse anche nella creazione della Collana di testi francescani, finalizzata a rendere accessibili in traduzione italiana i testi dell’agiografia e della storia francescana e, soprattutto, gli scritti di Francesco. La collana fu inaugurata con l’edizione dello Specchio di Perfezione (1943), seguito da una nuova edizione degliScritti di Francesco (1944), dai Fioretti (1945) e dalla Leggenda dei tre compagni (1946): è evidente come in tempi tanto difficili e oscuri, Gemelli intendesse additare motivi di speranza e di rinascita proprio a partire da una rinnovata conoscenza dell’universo francescano. La direzione della collana fu affidata a Ezio Franceschini, che «a fianco di padre Gemelli svolseanch’egli dunque opera di divulgatore e d’interprete della figura e dello spirito di san Francesco».

Proprio Ezio Franceschini – tra 1965 e 1968 Rettore dell’Università cattolica –, colui al quale Gemelli aveva affidato un particolare compito nel lavoro di edizione e traduzione dei testi francescani, fu posto a capo del Gruppo redazionale che elaborò la prima edizione delle Fonti Francescane. Durante gli anni del suo insegnamento milanese, inoltre, Franceschini ebbe come allieva Augusta Lainati, che nell’a.a. 1960-1961 discusse sotto la sua direzione una tesi dal titolo Studi su santa Chiara d’Assisi. Franceschini, come Gemelli, riconosceva in Francesco d’Assisi un riferimento imprescindibile per la sua scelta di vita e per il suo impegno come laico cristiano nel mondo. Alla passione per Francesco condivisa con Gemelli, egli aggiunse anche quella – vivissima – per Chiara, forse anche grazie alla scelta per la vita religiosa tra le Clarisse della Lainati e di altre sue allieve: si tratta di un indizio da valutare per comprendere i motivi che spinsero gli editori delle Fonti Francescane, unici nel panorama storiografico relativo al genere Documents/Sources/Fonti, a inserire nella raccolta anche le fonti relative a Chiara. Alla Lainati, infatti, fu assegnata la sezione quarta dell’opera dedicata a Scritti e fonti biografiche di Chiara d’Assisi.

Anche Francesco Mattesini, frate Minore, fine studioso di testi francescani e a lungo docente di Letteratura italiana moderna e contemporanea presso la Facoltà di Lettere e Filosofia della Cattolica, della quale fu Preside tra 1983 al 1989, fu attivo nel Gruppo editoriale che curò la prima edizione delle Fonti Francescane, per le quali tradusse gli scritti di Francesco. Ma soprattutto un altro frate Minore, a lungo docente di Filologia dantesca presso la Facoltà di Lettere dell’Università cattolica, merita una menzione particolare: Carlo Paolazzi. Egli, infatti, prima di giungere all’edizione critica degli scritti di Francesco, aveva già lavorato all’edizione e all’interpretazione delle fonti francescane, una competenza che gli era stata riconosciuta con l’assegnazione a lui del compito di coordinatore generale del Gruppo redazionale dell’edizione del 2004 delle Fonti Francescane. Ci dispiace che Carlo Paolazzi non abbia potuto partecipare a questa giornata di studio, ma certamente potrà contribuire con la sua competenza al dibattito che oggi vogliamo solo avviare.

Mi piace infine ricordare che proprio in Università Cattolica, in occasione di un Ciclo di seminari sulle fonti francescane, organizzati nei mesi di febbraio e marzo 1995 presso la Facoltà di Lettere e filosofia – precisamente nell’ambito delle attività del Dottorato di ricerca – con il sostegno della Provincia lombarda dei frati Minori, Jacques Dalarun ebbe modo di sviluppare la sua vocazione di “francescanista”, avviando una revisione complessiva dei testi agiografici di Tommaso da Celano e di Bonaventura.

Tutti i motivi accennati intendono sottolineare quanto i legami tra l’Università cattolica e gli studi francescani siano stati e siano intensi. Il lavoro che oggi intendiamo avviare – questo, infatti, è il primo di tre incontri, rispettivamente vertenti sulle fonti francescane, su quelle clariane e, infine, sulla produzione filosofico-teologica in ambito francescano – vuole essere anche di auspicio, perché una sempre più approfondita conoscenza di Francesco e del ricco bagaglio culturale e religioso che, con padre Gemelli, definiamo ancora come “francescanesimo”, contribuisca a rivitalizzare non solo gli studi di Storia medievale, di Storia religiosa e di Storia letteraria, ma in una più ampia prospettiva, mantenga viva la consapevolezza della ricca eredità culturale e umana di cui la nostra tradizione culturale è portatrice.

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Da: Francesco e Chiara d’Assisi. Percorsi di ricerca sulle fonti.Editrici Francescane, Padova 2014.

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Maria Pia Alberzoni

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