In occasione della prima festa di Sant’Emidio in qualità di Vescovo di Ascoli Piceno, monsignor Giovanni D’Ercole, ha rivolto un messaggio alla comunità. Nel contesto dei festeggiamenti in stile medievale, caratterizzati dalla Quintana, torneo cavalleresco in costume, il Vescovo ha ricordato che Sant’Emidio “arrivò ad Ascoli per annunciare Gesù e portare il dono della carità dentro la comunità”.
Per questo – ha aggiunto – “è giusto chiedersi in che misura la festa che annualmente si rinnova costituisce un’occasione per rendere la nostra comunità civile e religiosa più consapevole della sua missione, più aperta all’impegno della solidarietà e quindi generatrice di futuro”. Monsignor D’Ercole ha sottolineato la “necessità di uno scatto di coraggio nelle scelte da compiere”, per una solidarietà, che sia “benefica medicina per molti mali sociali”.
Il Prelato ha invitato a rinnovare l’entusiasmo, che, come ha spiegato papa Francesco, “viene dal greco e vuol dire ‘avere qualcosa di Dio dentro’ o ‘essere dentro Dio’”. “Penso che – ha ribadito – con l’entusiasmo sapremo ben aprirci alla speranza ed alla condivisione, con coraggio e solidarietà”. “Così – continua il messaggio – la festa di sant’Emidio ci porterà oltre al bello del fuori, delle strade, delle iniziative e della devozione, un bello dentro capace di donare a tutti serenità e forza per affrontare la crisi e progredire insieme nella ricerca del bene comune”.
Il vescovo ha rivolto un messaggio a quanti soffrono, sono malati, hanno perso il lavoro. “Nessuno si senta solo”, ha scritto nel messaggio, offrendo “disponibilità a percorrere ogni via possibile, a mettere a disposizione tutto quanto potrà aiutarci alla coesione verso obiettivi comuni per offrire a ciascuno e a tutti la possibilità di ripartire o di avviare il proprio progetto di vita”.
Dopo aver sostenuto che il lavoro “ė pane, è pace sociale, è serenità familiare, è speranza della gioventù che non deve fuggire lontano in cerca di ciò che qui le viene tristemente negato”, monsignor D’Ercole ha concluso invitando tutti a far sì che questi giorni di festa religiosa e civica, “siano occasione per riflettere insieme su come seminare speranza”. È quindi importante “compiere gesti semplici di vicinanza, operare scelte di condivisione che traducano le celebrazioni di sant’Emidio in una festa di tutti e di nessuno escluso”.