"Cari giovani, siete chiamati a parlare di Gesù ai vostri coetanei"

Papa Francesco, durante l’incontro con i ministranti tedeschi in piazza San Pietro, ha inoltre invitato i giovani ad esercitare bene il dono della libertà per non cedere alla “schiavitù del peccato”

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L’entusiasmo tracimante degli oltre 50mila ministranti provenienti dalla Germania, ma anche dall’Austria, dalla Svizzera e dalla Lettonia, travalicava quest’oggi i confini di piazza San Pietro. Chiunque sia passato nelle vicinanze della Basilica vaticana, non può non esser rimasto incuriosito dalle note dei vivaci canti in lingua tedesca che hanno accompagnato il viaggio che ha condotto la jeep con a bordo papa Francesco sul palco.

Acclamazioni da stadio, balli corali e sventolio incessante di bandiere hanno così preceduto il saluto che mons. Karl Heinz Wiesemann, presidente della Commissione per i giovani della Conferenza episcopale tedesca, ha rivolto al Santo Padre. Il presule, che ha accompagnato il pellegrinaggio a Roma dei ministranti tedeschi, ha presentato al Papa cinque giovani partecipanti all’iniziativa che ha come motto “Liberi! Perché è lecito fare del bene”.

I cinque ragazzi hanno donato al Pontefice un foulard con il simbolo ufficiale del pellegrinaggio, che papa Francesco, sorridendo, si è subito legato al polso. Dopo di che, con l’inizio della recita dei Vespri la musica è tornata protagonista della piazza. Un vero e proprio complesso rock – composto da giovani alle prese con strumenti a fiato, pianole, batterie, chitarre elettriche… – ha creato l’allegra base musicale dell’Inno, dei Salmi e della Lettura breve tratta dalla Lettera di San Paolo ai Galati.

L’omelia di Papa Francesco (pronunciata per la prima volta in tedesco) ha tratto spunto proprio dalla Lettera di San Paolo. “Il tempo è compiuto, dice Paolo. Ora Dio realizza la sua opera decisiva”, ha ricordato il Pontefice. Il quale ha precisato che “ciò che Egli da sempre ha voluto dire agli uomini – e lo ha fatto tramite le parole dei profeti -, ora lo manifesta con un segno evidente”, che è “l’incarnazione del suo Figlio”.

Il suo Figlio, Gesù, è un “uomo concreto” che ci fa capire “ciò che Dio veramente intende”. Papa Francesco ha dunque sottolineato che “Egli vuole persone umane libere, perché si sentono sempre protette come figli di un buon Padre”. Per realizzare questo disegno, Dio ha bisogno “soltanto di una persona umana”. Si tratta di una donna, una madre, “che metta al mondo il Figlio”.

È così che papa Francesco introduce la figura della Vergine Maria. Il Pontefice la descrive come “totalmente libera”, perché “nella sua libertà ha detto di ‘sì’. Lei ha fatto il bene per sempre. Così ha servito Dio e gli uomini”. Il Papa ha quindi invitato a imitare il suo esempio, “se vogliamo sapere ciò che Dio si aspetta da noi suoi figli”.

Terminata la recita dei Vespri, il Papa si è sottoposto alle domande di alcuni ministranti, che ha ascoltato con attenzione e ai quali ha dato risposte. “Siete chiamati a parlare di Gesù ai vostri coetanei, non solo all’interno della comunità parrocchiale o della vostra associazione, ma soprattutto al di fuori”. È questa la prima consegna che il Pontefice ha rivolto ai ministranti. Il Santo Padre ha sottolineato che “tanti ragazzi e giovani della vostra età hanno un immenso bisogno di qualcuno che con la propria vita dica loro che Gesù ci conosce, ci ama, ci perdona, condivide con noi le nostre difficoltà e ci sostiene con la sua grazia”. Ha però precisato che “per parlare agli altri di Gesù” bisogna conoscerlo e amarlo, di qui l’invito alla preghiera e alla lettura del Vangelo.

Papa Francesco ha invitato i ministranti a impegnare il proprio tempo “in azioni buone e fruttuose”. “Forse – la sua riflessione – tanti ragazzi e giovani perdono troppe ore in cose futili”, come “il chattare in internet o con i telefonini, le telenovele, i prodotti del progresso tecnologico”. Tutti strumenti “che dovrebbero semplificare e migliorare la qualità della vita”, e che “talvolta distolgono l’attenzione da quello che è realmente importante”. In mezzo alla “routine quotidiana”, il Papa ha dunque ricordato che una delle priorità “dovrebbe essere quella di ricordarsi del nostro Creatore”.

Creatore che ci ha offerto “quel grande dono che è la libertà”. Un grande dono che, ha spiegato papa Francesco, “se non è esercitata bene”, ci può condurre “lontani da Dio, può farci perdere la dignità di cui Lui ci ha rivestiti”. E farci scivolare verso la “schiavitù del peccato”. Per questo il Papa ha ribadito la necessità “degli orientamenti, delle indicazioni e anche delle regole”, nella società come nella Chiesa. “Se seguirete Gesù e il suo Vangelo, la vostra libertà sboccerà come una pianta in fiore, e porterà frutti buoni e abbondanti!”, ha infine esclamato papa Francesco.

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Federico Cenci

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